Intorno al mondo con Dicky-Il sorpasso - gli scompaginati

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Intorno al mondo con Dicky-Il sorpasso

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a cura di Ricardo Preve
IL SORPASSO
Torno sul cinema oggi, su un celebre titolo del cinema italiano.
Come vedremo, non è casuale che il titolo in inglese di “Il Sorpasso” (1962, Dino Risi) sia “The Easy Life” (“La Vita Facile”). Per me questo film presagiva lucidamente il futuro di una Italia che in quel momento, a meno di 20 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, era pienamente immersa nel “miracolo italiano”.
Ripassiamo brevemente la trama del film: il personaggio di Vittorio Gassman, Bruno Cortona, conosce casualmente lo studente di legge Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) a Roma, la mattina di Ferragosto. Malgrado le proteste del timido Mariani che deve studiare in vista degli esami a settembre, l’esuberante Cortona lo convince ad intraprendere un viaggio in macchina lungo la via Aurelia.
 
Durante il viaggio verso la Toscana, e prima del loro arrivo alle spiagge di Castiglioncello, i loro comportamenti diversi si manifestano chiaramente: Gassman recita benissimo la parte dell’italiano un po’ pagliaccio, un po’ mascalzone che cerca di sedurre ogni donna per la strada, mentre Trintignant vuole convincerlo a tornare a Roma, pieno di ansie sul futuro della sua carriera, e permanentemente insicuro della sua mascolinità.
Il film mette a raffronto le banali abitudini della piccola borghesia italiana (l’anelata vacanza di Ferragosto, con tante Fiat 600 zeppe di famiglie numerose in viaggio verso le spiagge della Toscana), con la maestosità storica dell’imperiale via Aurelia, reduce di un glorioso passato romano.
Anche la scelta della macchina che guida Gassman - una Lancia Aurelia B24 con tanto di cartellino sul parabrezza con la scritta “Camera di Deputati” (ovviamente, falso) e con il caratteristico suono del claxon - è una genialità della sceneggiatura, scritta fra altri dal grande Ettore Scola. La macchina in un certo senso riflette le caratteristiche del personaggio di Gassman: frivola, veloce, ma in fondo non cosi utile alla società come le piccole e lente vetture popolari che portano tanti lavoratori italiani verso un meritato riposo estivo.

Il film è una vera “road movie”: i due personaggi sono sempre in movimento, e con il loro viaggio riusciamo a conoscere l’Italia degli anni 60. Ma osserviamo anche come, poco a poco, Gassman e Trintignant cominciano a trasformarsi specularmente. Trintignant si allontana dai miti e dai timori giovanili, e lascia che il divertimento del viaggio, e il fascino delle persone che incontrano, lo portino a comportamenti sempre più sciolti e distesi.
Gassman invece presto dimostra che la sua spavalda certezza su ogni aspetto della vita, quel senso di sottile disprezzo o comica compassione che ha verso quelli che sorpassa sulla strada, nascondono una profonda insicurezza. Il suo personaggio è cosciente di essere falso e irrilevante, soprattutto dopo un incontro con la figlia (recitata da una giovanissima Catherine Spaak) che ci mostra i suoi difetti come padre, e come marito.
 
Il tragico finale della storia, con la morte di Trintignant che simbolizza la morte dell’Italia onesta e lavoratrice, e la sopravvivenza dell’Italia degli imbroglioni e degli speculatori (diciamo, dell’Italia berlusconiana) rappresentata dal personaggio di Gassman, aggiunge un elemento di pathos molto forte al film. Proprio alla fine del racconto finiamo col capire che il miracolo, la vita facile, e la vacanza, sono finiti: ci attendono altri tempi molto più bui, che non mancheranno di funestare il paese nelle decadi seguenti, e di relegare ad un ricordo distante i giorni di spiaggia e di divertimento.
 
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Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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