Strega 2024 10 -12
PREMIO STREGA 2024
Si candida a leggerlo:
0
recensioni
7 recensioni
costanza
21 Mag 2024
Avete già scritto molto su questo romanzo quindi non mi dilungherò. Mi è piaciuto, condivido le vostre opinioni. Credo che potrebbe entrare nella cinquina a pieno titolo. Non è mai banale, è avvincente e ben documentato. Qui e là qualche sbavatura: indulge forse troppo su alcune descrizioni (ad esempio lo scantinato dove Ester/Francesca tiene il gatto) e glissa velocemente su altre (ad esempio la misteriosa malattia di Abram durante l’epilogo del suo “inferno” o la fine del povero Michele).
IOLANDA
20 Mag 2024
Ho sbagliato sorry .....aggiungo qui 1 stella
IOLANDA
20 Mag 2024
Avete detto tutto! 5 stelle
Irene
15 Mag 2024
Un libro che mi ha tenuta "incollata" dalla prima all'ultima pagina, un appuntamento quotidiano che mi è mancato nell'esatto momento in cui ho finito il libro. Delicato, fedelmente storico, mai retorico, che ci fa riflettere sul presente e che comunque, nonostante le atrocità della guerra, infonde speranza nei rapporti umani e quindi a me consono. Con questa nona lettura ho concluso in bellezza le mie letture Strega
antonio
12 Mag 2024
Chi mi conosce può intuire il motivo per cui ho scelto il libro: uno dei fili narrativi è dedicato alla ricostruzione di un planetario meccanico da parte della maestra Gilla.
Il libro contiene molti fili narrativi ognuno ben dettagliato ognuno con la sua storia da dipanare. La Romagnoli li racconta tutti benissimo facendoli convergere alla fine.
Il ritmo è perfetto, alterna tutte le vicende sostenendo sempre la lettura dall'inizio alla fine (io mi perdo sempre nei romanzi narrati con tanti sfasamenti temporali ma non in questo).
Tutti i personaggi sono raccontati con delicatezza e precisione, compreso il planetario da aggiustare.
Ben descritto anche il momento storico dai dettagli quotidiani alle conseguenze degli atti di guerra e delle leggi razziali.
Il libro contiene molti fili narrativi ognuno ben dettagliato ognuno con la sua storia da dipanare. La Romagnoli li racconta tutti benissimo facendoli convergere alla fine.
Il ritmo è perfetto, alterna tutte le vicende sostenendo sempre la lettura dall'inizio alla fine (io mi perdo sempre nei romanzi narrati con tanti sfasamenti temporali ma non in questo).
Tutti i personaggi sono raccontati con delicatezza e precisione, compreso il planetario da aggiustare.
Ben descritto anche il momento storico dai dettagli quotidiani alle conseguenze degli atti di guerra e delle leggi razziali.
Valeria
01 Mag 2024
Brava Romagnolo, bravissima.
Un libro intenso e commovente, capace di riprendere temi certamente non nuovi - la guerra, la persecuzione degli ebrei, la resistenza - con una voce e uno sguardo freschi e lontani dall’ovvio, con una grande maestria nel gestire gli sfasamenti temporali - l’immediato dopoguerra che avvia l’azione e tutto ciò che l’ha preceduto; la fredda elencazione degli eventi che hanno scandito la persecuzione degli ebrei; e infine i diversi destini dei personaggi che popolano la narrazione - la maestra Gilla e la sua allieva Francesca/Ester, i loro familiari, i compagni di lotta delle colline, persino un gatto, anzi due.
Romagnolo intreccia i fili del racconto con la stessa pazienza e lo stesso amore con cui la “sua” Gilla ricostruisce il semidistrutto planetario che ha trovato nella scuola: ed è così, infine, che si aggiusta l’universo.
Un libro intenso e commovente, capace di riprendere temi certamente non nuovi - la guerra, la persecuzione degli ebrei, la resistenza - con una voce e uno sguardo freschi e lontani dall’ovvio, con una grande maestria nel gestire gli sfasamenti temporali - l’immediato dopoguerra che avvia l’azione e tutto ciò che l’ha preceduto; la fredda elencazione degli eventi che hanno scandito la persecuzione degli ebrei; e infine i diversi destini dei personaggi che popolano la narrazione - la maestra Gilla e la sua allieva Francesca/Ester, i loro familiari, i compagni di lotta delle colline, persino un gatto, anzi due.
Romagnolo intreccia i fili del racconto con la stessa pazienza e lo stesso amore con cui la “sua” Gilla ricostruisce il semidistrutto planetario che ha trovato nella scuola: ed è così, infine, che si aggiusta l’universo.
Iole
28 Apr 2024
Un romanzo di speranza e dolore, coinvolgente, ben scritto: è la storia di Gilla maestra elementare e della sua alunna Francesca Pellegrini (il cui vero nome si scoprirà essere Ester Sacerdoti). Siamo a Borgo di Dentro (Ovada) nell’ottobre 1945, è l’inizio del primo anno scolastico dopo la fine della seconda guerra mondiale. Viviamo con loro le difficoltà e le speranze di questo primo anno scolastico con una guerra appena finita, ripercorriamo anni di distruzione, i morti, le leggi razziali, la fuga, i campi di concentramento, la resistenza, la liberazione, per tornare alla possibilità di un nuovo inizio attraverso il legame di fiducia che si costruisce fra la maestra Gilla e la sua alunna, per tornare a sperare.
Si può aggiustare un universo distrutto, di cui restano macerie? Far tornare a girare ingranaggi rotti? Con calma e pazienza, ricostruendo pezzi, ingranaggi, legami.
Si può aggiustare un universo distrutto, di cui restano macerie? Far tornare a girare ingranaggi rotti? Con calma e pazienza, ricostruendo pezzi, ingranaggi, legami.
Si candida a leggerlo:
1
recensione
costanza
22 Apr 2024
Una storia bizzarra, con strani personaggi che si aggirano in un paesino del sud, fra loro tutt’altro che armonici. Non posso escludere che la grande stima per l’autrice abbia influenzato il mio giudizio: l’ho trovato un romanzo piacevole, ben scritto e con tanti spunti stimolanti.
10 recensioni
Mirko
15 Giu 2024
L'intreccio narrativo ruota attorno alla figura di Vittoria, donna sessantenne, arrivata nel piccolo borgo di Scauri oramai da vent'anni. Vittoria appare, sin da subito, un personaggio misterioso ma al tempo stesso,forse anche per il mistero che porta in dono, affascinante che riesce ad entrare nel tessuto vivo della comunità. I fatti e le vicende raccontate rimandano al gioco dell'amore, dei sentimenti, delle paure e dei desideri tipici di chi è nato in una delle tante periferie. Il "cervello" narrativo è rappresentato da Lea, donna sposata ed avvocato, anche lei ammaliata da Vittoria. La figura di Mara viene dipinta e raccontata per essere la portatrice delle sofferenze vissute da chi, per la sua giovinezza e bellezza, viene sopraffatta dalla violenza della vita. Vittoria è per Mara la sua salvezza, uno stare accanto lungo vent'anni, dopo aver lasciato lavoro e marito a Roma. I vent'anni della coppia Vittoria/Mara sono vissuti a Scauri. La morte imprevista di Vittoria, annegata nella sua vasca da bagno, lei nuotatrice, amante della vita, che però componeva farmaci e veleni, diventa il "tarlo" investigativo di Lea. Una malattia, la paura del dolore, un possibile suicidio... chissà. Devo essere sincero, la trama e lo spessore dei personaggi non mi hanno convinto. Non esiste alcun vero momento di rottura, nessun personaggio si staglia con la sua sofferenza o con il suo cambiamento.
Claudia
28 Mag 2024
Forse non è un capolavoro ma il libro nel complesso mi è piaciuto.
Ho trovato interessanti la descrizione del paese (la cui banalità edilizia è giustificata dalla prevalenza del numero di geometri rispetto a quello di architetti che gli ha risparmiato tuttavia la costruzione di edifici superiori ai due piani!), dei suoi abitanti, della famiglia di Lea e della sua emancipazione sociale grazie allo studio, di Vittoria e Mara, corpi estranei nel paese sonnacchioso e tuttavia integrati nella comunità ecc. Il taglio investigativo del romanzo lo ha reso avvincente.
Ho trovato interessanti la descrizione del paese (la cui banalità edilizia è giustificata dalla prevalenza del numero di geometri rispetto a quello di architetti che gli ha risparmiato tuttavia la costruzione di edifici superiori ai due piani!), dei suoi abitanti, della famiglia di Lea e della sua emancipazione sociale grazie allo studio, di Vittoria e Mara, corpi estranei nel paese sonnacchioso e tuttavia integrati nella comunità ecc. Il taglio investigativo del romanzo lo ha reso avvincente.
Clelia
27 Mag 2024
Sono in imbarazzo, perché darei due stelle. Ma ne parliamo insieme. Il libro mi è parso artificiale nella costruzione di un desiderio erotico postumo, poco credibile, che va a sovrapporsi a una relazione amicale fra due donne. Dopo un’amicizia ventennale, descritta in modo poco concreto in margine al personaggio di Vittoria, è davvero poco credibile che la protagonista, Lea, esca da questi vent’anni di frequentazione (si accenna a nuotate, passeggiate, caffè ai bar, una frequentazione quasi quotidiana nel giardino aperto di Mara e Vittoria) senza conoscere minimamente Vittoria, senza averne letto i sentimenti, le cure, il baricentro. Se sullo sfondo ci fosse stato un desiderio erotico, quanto meno da parte di Vittoria, e per vent’anni Lea non lo avesse colto, né nei suoi confronti, né nei confronti di Mara (la ragazza che convive con Vittoria), sembra quanto meno improbabile l’innamoramento postumo, che la spinge perfino a rubare delle mutande. E’ su questi vuoti nei fatti antecedenti che l’autrice può gettare l’ombra di un’ambiguità voluta a tutti i costi: non sulla complessità, ma sui vuoti.
Iole
26 Mag 2024
L’assenza di segni grafici per indicare il discorso diretto mi ha reso all’inizio non scorrevole la lettura, come qualcuno di noi ha già commentato, non so se questa sia una scelta stilistica voluta, mi piacerebbe capirne il motivo. Mi ha affascinato il personaggio femminile di Vittoria, misteriosa e carismatica, presenza che porta una ventata di nuovo nel paese laziale di Scauri, così come mi affascina sentir parlare Chiara Valerio. Non riesco però a dare un giudizio completamente positivo su questo libro.
Valeria
18 Mag 2024
Rileggo le recensioni di chi mi ha preceduto - Irene da una parte, Costanza Iolanda e Patrizia dall’altra - e le capisco.
Questo libro non vuole piacere a tutti: vorrei dire che sembra dirti esplicitamente “O accetti di entrare pur a fatica nelle mie pagine o ne resti fuori fino alla fine”.
Come ha scritto Iolanda l’inizio è stato faticoso, in modo particolare la ricostruzione dei dialoghi, tutti riportarti senza virgolette, magari in mezzo alle frasi, e senza che la voce a pronunciarli sia evidente dalle prime battute. Persino “errori” o sciatterie nella punteggiatura. Ma poco a poco questo stile si consolida in un fluire perfettamente coerente e originale e la storia ti avvince.
Lea cerca di capire perché Vittoria, che sapeva nuotare benissimo, sia morta affogata nella vasca da bagno, e quello che trova - brancolando in mezzo a figure del passato e del presente, per le strade della “strana fetta di lungomare pontino” che è Scauri - e che lascia a noi lettori alla fine, è un mosaico di verità, congetture e ancora tanti spazi vuoti, in cui l’ambiguità, quella degli altri, ma anche la propria, non smette di essere.
Mi è piaciuto molto.
Questo libro non vuole piacere a tutti: vorrei dire che sembra dirti esplicitamente “O accetti di entrare pur a fatica nelle mie pagine o ne resti fuori fino alla fine”.
Come ha scritto Iolanda l’inizio è stato faticoso, in modo particolare la ricostruzione dei dialoghi, tutti riportarti senza virgolette, magari in mezzo alle frasi, e senza che la voce a pronunciarli sia evidente dalle prime battute. Persino “errori” o sciatterie nella punteggiatura. Ma poco a poco questo stile si consolida in un fluire perfettamente coerente e originale e la storia ti avvince.
Lea cerca di capire perché Vittoria, che sapeva nuotare benissimo, sia morta affogata nella vasca da bagno, e quello che trova - brancolando in mezzo a figure del passato e del presente, per le strade della “strana fetta di lungomare pontino” che è Scauri - e che lascia a noi lettori alla fine, è un mosaico di verità, congetture e ancora tanti spazi vuoti, in cui l’ambiguità, quella degli altri, ma anche la propria, non smette di essere.
Mi è piaciuto molto.
Iolanda
29 Apr 2024
La perplessità iniziale, legata a un ritmo strano e a certe costruzioni che mi sembravano persino errori grammaticali, è stata sostituita da un crescente interesse, da un ritmo fluido e da una storia che mi ha appassionata.
In questo libro tutto è originale: i personaggi, la trama, lo stile, l’ambientazione.
Vittoria arriva portando una ventata di aria fresca nella provincia immobile degli anni 90 e con la sua morte si aprono scenari impensabili a quell’epoca, legati al femminile, alle questioni di genere, ai desideri mai espressi e forse mai messi a fuoco. Un libro che va letto con lentezza, per capire, per abituarti al modo di scrivere e al flusso continuo di pensieri delle protagonista Lea. Tanti personaggi interessanti, uomini e donne di paese oppure della buona borghesia romana, tutti che tacciono, ma quando parlano rivelano…e infatti il libro si rivela piano piano.
Non conoscevo Chiara Valerio e per me è stata davvero una scoperta. Il libro mi è piaciuto molto
In questo libro tutto è originale: i personaggi, la trama, lo stile, l’ambientazione.
Vittoria arriva portando una ventata di aria fresca nella provincia immobile degli anni 90 e con la sua morte si aprono scenari impensabili a quell’epoca, legati al femminile, alle questioni di genere, ai desideri mai espressi e forse mai messi a fuoco. Un libro che va letto con lentezza, per capire, per abituarti al modo di scrivere e al flusso continuo di pensieri delle protagonista Lea. Tanti personaggi interessanti, uomini e donne di paese oppure della buona borghesia romana, tutti che tacciono, ma quando parlano rivelano…e infatti il libro si rivela piano piano.
Non conoscevo Chiara Valerio e per me è stata davvero una scoperta. Il libro mi è piaciuto molto
Patrizia Del Carretto
23 Apr 2024
Sicuramente le due protagoniste, la vittima e chi cerca di capire cosa è successo offrono molti spunti di discussione
Patrizia Del Carretto
23 Apr 2024
Il libro mi è piaciuto abbastanza, la storia è interessante e scorrevole
Ho trovato molto bella la descrizione del paese in cui si svolgono le vicende: le strade, il mare e la ferrovia collegamento con le grandi città vicine
Sicuramente
Ho trovato molto bella la descrizione del paese in cui si svolgono le vicende: le strade, il mare e la ferrovia collegamento con le grandi città vicine
Sicuramente
Costanza
22 Apr 2024
Una storia bizzarra, con strani personaggi che si aggirano in un paesino del sud, fra loro tutt’altro che armonici. Non posso escludere che la grande stima per l’autrice abbia influenzato il mio giudizio: l’ho trovato un romanzo piacevole, ben scritto e con tanti spunti stimolanti.
Irene
13 Apr 2024
Ho conosciuto la scrittrice e mi ha affascinato tanto, non altrettanto questo libro, scritto in un dubbio italiano e slegato. Sono rimasta delusa e mi spiace proprio
Si candida a leggerlo:
1
recensione
Stefano
18 Apr 2024
Libro potente, che allaccia il destino dell'animale macellato con maestria e precisione chirurgica alla malattia del macellaio ed alla consapevolezza progressiva del figlio, che è poi l'autore, del decadimento del corpo nella lotta inutile con la malattia. Linguaggio preciso, tagliente e che traccia con metafore e sensazioni la lotta impari con il "rumore" del mercato e della vita, che via via si affievolisce per lasciare spazio al silenzio. Commovente, meriterebbe a mio parere di essere considerato adeguatamente. Non riesco a mettere le stelle, ma ne darei 4,5.
8 recensioni
Valeria
15 Giu 2024
Doverosa riformulazione: sarebbe bastato aspettare il sedimentarsi delle emozioni, per lasciarsi riverberare dentro luminosamente la poesia che pervade le pagine di questo libro. Certamente “fa male”, ma la sua abilità sta proprio nel riuscire a raccontare un evento tanto doloroso con una grazia e una intensità che hanno la leggerezza e la forza di una danza.
Antonio D.
30 Mag 2024
Sembra quasi che Voltolini abbia scelto un ambiente cosi difficile da “raccontare” per rendere ancora più evidente la sua scrittura virtuosa (fondatore con Baricco della scuola di scrittura Holden….).
L’ho letto con lo stesso piacere con cui leggo Saramago: le frasi sembrano un’accozzaglia di parole vomitate lì, sulla carta, e poi con l’ultima di queste il puzzle della frase è completato. Frase perfetta e da rileggere.
Anche la descrizione del decadimento fisico raccontato solo con i dettagli è delicata e inesorabile.
Sicuramente un candidato allo Strega
L’ho letto con lo stesso piacere con cui leggo Saramago: le frasi sembrano un’accozzaglia di parole vomitate lì, sulla carta, e poi con l’ultima di queste il puzzle della frase è completato. Frase perfetta e da rileggere.
Anche la descrizione del decadimento fisico raccontato solo con i dettagli è delicata e inesorabile.
Sicuramente un candidato allo Strega
Iole
26 Mag 2024
Un ricordo intenso e potente di suo padre Gino: uomo descritto all’inizio del romanzo nel pieno della sua forza, una passione per il calcio, con un importante banco di macelleria in un mercato torinese, un viaggio nella carne morta, spaccata e tagliata con precisione chirurgica ogni giorno. Un giorno la lama del coltello, per un colpo impreciso, entra nella carne viva, la ferisce. C’è la guarigione. Eppure si fa strada la stanchezza, il lavoro continua, l’attesa di una diagnosi, il dolore, le cure, i viaggi fuori Italia, le speranze, la battaglia contro il male e infine la morte. E c’è lui Dario, prima ragazzino e poi giovane adulto che affianca al mercato il lavorante del padre Salvatore, “fa tutto lui, io qualcosa”, le visite in ospedale in Francia quando il padre è ricoverato lì. Il giorno della morte del padre però non è con lui, il padre sta rientrando a Torino in ambulanza dalla Francia, Dario diventa “freddo. Ghiacciato. Non riesco a muovermi, sto nel letto. Sono freddo, congelato.” Invernale. La preghiera finale di Dario al padre è la conclusione poetica e commovente del racconto.
Valeria
22 Mag 2024
Se è vero che i libri risuonano sempre dentro di noi, cassa armonica di pensieri altri e di emozioni personali, questo lo ha fatto in me in modo scomodo e doloroso.
Ne sono uscita stritolata e dolente: e come faccio a dire che mi è piaciuto?
Ne sono uscita stritolata e dolente: e come faccio a dire che mi è piaciuto?
Emma
19 Mag 2024
La struttura è quella di un romanzo breve, dotato però di una grande forza, una scrittura precisa, quasi chirurgica e lirica al tempo stesso. Voltolini racconta la morte del padre, senza mai eccedere nel pietismo, ma partendo dalla descrizione del lavoro che svolgeva.
Parla della malattia del padre, Gino, partendo dalla descrizione del suo lavoro, faceva il macellaio al mercato di Porta Palazzo e tutti i giorni sezionava la carne di bestie morte. Dalla disgregazione della carne delle bestie macellate si passa alla disgregazione della carne di Gino, dalla lama del coltello che per errore affonda nel dito del padre ai primi segnali della malattia. “Sveglia presto. È ancora buio. Lui raggiunge il mercato percorrendo il tragitto di sempre, in auto. Ma gli sembra che il mercato si sia spostato un poco più in là.” Il racconto è anche quello del figlio che ricorda il padre, ex giocatore ed esperto di calcio, del figlio che è presenza nel registrare gli ultimi giorni del padre, la battaglia che avviene dentro di lui e la sua espressione che segnala “il sentimento dell’inaspettato”, ma Dario è anche assenza nel momento finale.
L’autore scrive questo romanzo in occasione del 40esimo anniversario della morte del padre, sembra che abbia lasciato depositare in questi anni le parole destinate a comporre un romanzo struggente (come dice Veronesi sembra che Voltolini sia nato per scrivere questo libro e i libri precedenti sono solo un passo per arrivare a quest...
Parla della malattia del padre, Gino, partendo dalla descrizione del suo lavoro, faceva il macellaio al mercato di Porta Palazzo e tutti i giorni sezionava la carne di bestie morte. Dalla disgregazione della carne delle bestie macellate si passa alla disgregazione della carne di Gino, dalla lama del coltello che per errore affonda nel dito del padre ai primi segnali della malattia. “Sveglia presto. È ancora buio. Lui raggiunge il mercato percorrendo il tragitto di sempre, in auto. Ma gli sembra che il mercato si sia spostato un poco più in là.” Il racconto è anche quello del figlio che ricorda il padre, ex giocatore ed esperto di calcio, del figlio che è presenza nel registrare gli ultimi giorni del padre, la battaglia che avviene dentro di lui e la sua espressione che segnala “il sentimento dell’inaspettato”, ma Dario è anche assenza nel momento finale.
L’autore scrive questo romanzo in occasione del 40esimo anniversario della morte del padre, sembra che abbia lasciato depositare in questi anni le parole destinate a comporre un romanzo struggente (come dice Veronesi sembra che Voltolini sia nato per scrivere questo libro e i libri precedenti sono solo un passo per arrivare a quest...
Clelia
16 Mag 2024
Libro intenso, intelligente, delicato. Stile da scuola di scrittura; le prime pagine sono un capolavoro per ritmo, esattezza e concretezza: la macelleria del mercato di Porta Palazzo è descritta in maniera veramente impareggiabile (da vegetariana ho retto a stento, proprio per la bellezza della scrittura, … dovrebbero leggerlo tutti i carnivori per maggior consapevolezza). Poi in realtà il resto del libro ha un registro più morbido, quasi lirico, nell’accompagnare un uomo che se ne va: lo spostamento di piccoli pesi, il cambiamento nello sguardo, nei tempi. Il padre non parla mai. Vengono riportate solo alcune sue affermazioni, poche, significative, spesso sul calcio “Poche sono le cose che lo sorprendono (…, …) Pelé perché giocava un altro sport, lo giocava lì per caso, insieme a dei calciatori”.
Irene
22 Apr 2024
Gran bel libro, scrittura pultissima, sobrio, intimo e direi anche poetico.
La narrazione, che si legge tutta d'un fiato, trasmette la realtà degli eventi come se fosse uasi rarefatta e racconta la vita, non la morte... mi ha veramente commosso e merita di essere attenzionato per la cinquina.
La narrazione, che si legge tutta d'un fiato, trasmette la realtà degli eventi come se fosse uasi rarefatta e racconta la vita, non la morte... mi ha veramente commosso e merita di essere attenzionato per la cinquina.
Stefano
18 Apr 2024
Libro potente, che allaccia il destino dell'animale macellato con maestria e precisione chirurgica alla malattia del macellaio ed alla consapevolezza progressiva del figlio, che è poi l'autore, del decadimento del corpo nella lotta inutile con la malattia. Linguaggio preciso, tagliente e che traccia con metafore e sensazioni la lotta impari con il "rumore" del mercato e della vita, che via via si affievolisce per lasciare spazio al silenzio. Commovente, meriterebbe a mio parere di essere considerato adeguatamente.
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