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Intorno al mondo con Dicky - Invasioni

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a cura di Ricardo Preve
INVASIONI
Il Regno Unito ha condannato l’invasione russa in Ucraina, argomentando che le invasioni armate del territorio di un altro paese da parte di una potenza militare non sono accettabili nel mondo moderno.
Plaudo a questo punto di vista espresso dal Primo Ministro Boris Johnson in modo cosi eloquente, e lo invito a metterlo subito in pratica accettando le numerose risoluzioni delle Nazione Unite che da tempo chiedono alla Gran Bretagna di negoziare la questione della sovranità delle isole Malvinas con il mio paese, l’Argentina.
Il Regno Unito esercita il suo potere sulle isole con la forza delle armi (anche nucleari) in aperta violazione delle regole del diritto internazionale. Se davvero la Gran Bretagna pensa che l’invasione di un altro paese sia un comportamento inaccettabile, potrebbe subito evacuare le forze armate dalle Malvinas, così come chiede il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina.
Uso questo esempio per aprire il dibattito sulla questione dei russi in Ucraina, e fare qualche riflessione sulla quasi unanime condanna che l’invasione russa ha suscitato.
Premetto che sono assolutamente contrario alle azioni violente di Vladimir Putin verso la nazione ucraina, e mi rintristisce enormemente vedere le immani sofferenze dei civili in Ucraina, che muoiono o sono feriti dai missili russi, che scappano nella neve dalla distruzione delle loro città, o che tremano di paura nei rifugi mentre intorno cadono le bombe.
Questo è tutt’altro che un concetto astratto per me, e per la mia famiglia. Mia madre era ungherese e, un paio di giorni prima del Natale del 1944, le dissero di prendersi un paio di regali da sotto l’albero, montare sul suo cavallo, e scappare verso Ovest. I russi stavano arrivando, ed avevano già ucciso un mio zio, ed altri miei parenti che avevano cercato di difendere la loro terra.
Mia madre riuscì a sopravvivere alla cavalcata attraverso mezz’Europa e ad arrivare in Argentina poco dopo la fine della guerra, e non dimenticò mai cosa i russi fecero subire a lei e alla sua famiglia.
Altri miei parenti, inclusa mia zia Margaret Pekri e suo figlio, approfittarono della rivolta contro i russi nel 1956 per scappare dall’Ungheria.
Diciamo quindi che mi si potrebbe accusare di molte cose, ma certamente non di essere filorusso.
Tuttavia ho aperto quest’articolo con l’esempio di quello che io ritengo sia un’ipocrisia britannica per far notare che, sebbene la condanna mondiale alle azioni della Russia sia moralmente giustificata, succede tuttavia che le stesse nazioni che oggi lanciano le pietre, abbiano spesso analoga, o forse maggiore colpa.
Io sono cittadino statunitense e vivo, negli Stati Uniti, uno dei paesi che ha più fortemente condannato il governo di Vladimir Putin. Ma questo paese ha, per più di un secolo, promosso numerose invasioni militari in tutti gli angoli del mondo, e questo per una svariata serie di ragioni, che alla fine si possono riassumere nel’ ambizione di ottenere vantaggi politici, militari, economici, e culturali.
 
 
Per citare solo un esempio, consideriamo l’invasione dell’Afghanistan (2001- 2021).
Se l’obiettivo della missione era quello di distruggere Al Qaeda e catturare o eliminare Osama Bin Laden, davvero non se ne vedono le connessioni con l’Afghanistan.
A parte il fatto che nessuno chiese agli afghani cosa pensassero dell’ingresso nel loro territorio delle potenze occidentali, e che il 99% degli afghani non sapeva neanche dove fosse New York, l’Afghanistan non aveva niente a che vedere con gli attentati.
Osama Bin Laden certamente trascorse un certo tempo nella regione di Tora Bora in Afghanistan, ma non essendo scemo preferì di spendere la maggioranza del tempo in Pakistan, dove era protetto dalle forze armate pachistane.
Dei 19 sequestratori dei voli degli attentati del 11 Settembre 2001, 15 erano dell’Arabia Saudita, 2 degli Emirati Arabi Uniti, uno del Libano e uno dell’Egitto. Ma né il Pakistan, né nessuno dei paesi di origine dei sequestratori subirono assalto alcuno da parte delle armate occidentali.
La realtà è che l’amministrazione di George Bush aveva bisogno di trovare rapidamente un obbiettivo per dare sfogo alla rabbia del pubblico americano, e l’Afghanistan offriva quello che sembrava fosse un’ottima scelta per ottenere rapidamente un successo politico e militare.
La realtà fu ben altra, e risultò nella morte (secondo le cifre ufficiali, ma quasi sicuramente questo è un numero grossolanamente sottostimato) di 46.319 civili. Non a caso l’ “Uppsala Conflict Data Project” stima i morti durante invasione  (totali fra civili e militari) nella cifra di 212.191.
Andando indietro nel tempo, poi, gli esempi di altre invasioni americane sono davvero numerosi. L’invasione dell’Iraq (2003) alla ricerca delle armi nucleari, chimiche, e batteriologiche di Saddam Hussein (poi rivelatesi non esistenti); l’invasione di Haiti (1994 – 1995) per deporre il governo di Joseph Raoul Cedras; l’invasione di Panama (1989 – 1990) per catturare Manuel Noriega (vedi foto); l’invasione di Grenada nel 1983 per deporre il governo dell’isola; l’invasione della Repubblica Dominicana (1965) per favoreggiare gli anti-comunisti nella guerra civile; la tentata invasione di Cuba nel 1961; e tantissime altre.
 
Per me, la tragedia dell’Ucraina ha un’origine più profonda dell’immediato contesto geopolitico. Io credo che la decisione di Putin di invadere sia basata in parte nella sua conoscenza della storia recente che dimostra che, per molto tempo, gli Stati Uniti e le potenze occidentali invasero molti paesi solo perché potevano farlo restando impuniti, e quindi adesso che l’asse Mosca – Pechino ha bilanciato l’equilibrio di potere mondiale, lui abbia lo stesso diritto di invadere altre nazioni per raggiungere i suoi obbiettivi.
 
Non giustifico, condono, o appoggio l’invasione russa dell’Ucraina. Ma forse adesso stiamo scoprendo che il proverbio “Chi di spada ferisce di spada perisce” è applicabile su scala universale più di quanto pensassimo.

 
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recensioni
Mario Tuttobene
20 Mar 2022
Le politiche imperialistiche dell'America ci sono state, e talvolta sono state davvero criminali (sulla Seconda Guerra del Golfo sei stato fin troppo moderato: quel criminale di George "Mission Accomplished" Bush sapeva benissimo che le armi di distruzione di massa irachene non esistevano). Però mi sembra sbagliato dire che siano state queste cose ad aprire la strada a Putin: la Russia ha una tradizione di imperialismo tutta sua, e la triste verità è semplicemente che le potenze nucleari hanno ancora diritto di veto all'ONU e sul campo possono fare quello che vogliono. La politica internazionale è come un film di gangster, ricordi il monologo in Goodfellas? Se sei "fatto" puoi prendertela con tutti e nessuno può prendersela con te. Ecco, il vero problema è che Putin sembra più Joe Pesci che Marlon Brando.
Giorgio
19 Mar 2022
Carissimo Ricky, mi trovi assolutamente d’accordo su tutto ciò che scrivi, dalle “tue” Malvinas all’indomito Afghanistan!
L’ipocrita ed opportunista Occidente, se vorrà essere veramente incisivo nella NECESSARIA lotta all’espansionismo militare russo, dovrà contemporaneamente fare un doveroso pubblico esame di coscienza con conseguente ammissione degli enormi errori fatti e dei danni provocati. Solo così potremmo essere di nuovo credibili nelle dichiarazioni e nella lotta. Non per questo, però, possiamo indugiare un solo minuto nella difesa della nostra democrazia, anche se così fragile e fallace.
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