Strega 2024 4 - 6 - gli scompaginati

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Strega 2024 4 - 6

PREMIO STREGA 2024
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Valeria
01 Giu 2024
Una vicenda reale - scabrosa, orribile - riesumata con pudore, misura e una penna attenta e accurata. Un libro che si legge d’un fiato.
Se c’è una critica che posso muovergli è, come cercavo di dire l’altra sera, che ti intrattiene senza crearti domande o dubbi, senza metterti in discussione, e senza costringerti a guardare alle cose da una angolazione diversa, come fa invece il libro della Romagnolo.
In ogni caso un bel libro.
Iole
26 Mag 2024
Il romanzo mi è piaciuto per quella capacità di raccontare in maniera profonda e convincente le relazioni familiari fra la figlia ventenne e sua madre, il vecchio padre e la figlia, il nonno e la nipote, l’età fragile di ciascuno di loro in una terra d’Abruzzo dove la montagna non è luogo da cartolina e di pace, ma luogo di un atroce doppio femminicidio, qualcosa di terribile che non può essere dimenticato. La scena finale del libro, pacificatrice, forse è l’unica parte che mi ha convinto meno.
Clelia
22 Mag 2024
Libro pieno e compatto, senza laschi. Equilibrato, credibile, “naturale”. Non avevo mai letto niente di suo, e mi dispiaceva cominciare con questo, che dalla critica mi sembrava fosse meno riuscito degli altri. Mi è piaciuto molto.
Iolanda
24 Apr 2024
Protagonista di questo libro è il silenzio, le cose non dette e l'autrice ha l'abilità, scrivendo, di rendere reali i silenzi...non è una cosa da poco. E poi la fragilità di ogni età, la paura della vita, mai vissuta pienamente, i sensi di colpa...il tutto senza tristezza, senza compiacimento o facile sentimentalismo. Pur essendo un libro semplice nella struttura e nella trama, penso possa essere uno strega. Do 4 stelle, poi ne discuteremo insieme come sempre.
Irene
17 Apr 2024
Come promesso, dopo la lettura di altri due libri, confermo le 4 stelle, devo ancora trovare un libro di questa scrittrice che non mi piaccia. Questo come sempre ben scritto, affronta il dolore e la fragilità di noi tutti, prendendo spunto da un fatto veramente avvenuto di uccisione e violenza sensuale avvenuto nella sua terra..Vale l'ottima fama che sta riscuotendo.
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Valeria
15 Giu 2024
Non condivido davvero il giudizio severo di Costanza (e comunque sia l’ingresso nella sestina corrobora
questa mia affermazione).
Certamente non è un libro per tutti, e non lo è innanzitutto per i continui rimandi ad “altro” (si spazia per ogni dove: dalla lettura greca, alla poesia di Ezra Pound, agli ideogrammi cinesi), in un continuo divagare che attinge ad una conoscenza raffinatissima, profonda, e profondamente assimilata. Emoziona e risuona dentro chi, almeno in piccola parte, nella propria crescita personale ha subito le stesse fascinazioni. Lo si legge insomma, o almeno io l’ho letto, come un appassionante romanzo di formazione: di chi è cresciuto, e ha trovato se stesso, con l’aiuto degli alfabeti, delle parole, dei libri.
Costanza
01 Mag 2024
Questo libro non mi è piaciuto e non credo che meriti la cinquina. Non lo definirei racconto ma insieme disorganico di tratti di vita dell’autore. A volte quasi flusso di pensiero ossessionato dal sé e dall’esibizione delle proprie conoscenze. Stucchevole e noioso, mai generoso con il lettore. Trovo che l’autore si ostini a prolungare l’agonia del “racconto” come a voler dimostrare a se stesso e al mondo che una persona dotata di cultura e intelligenza sia inevitabilmente capace di scrivere. E, in questa sede, a parer mio, ahimè, dimostra il contrario.
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Iole
26 Mag 2024
Ho apprezzato il coraggio della scrittrice di raccontare le cose che non si raccontano: parlare della sua scelta di interrompere la gravidanza quando sente che non è il momento giusto, poi a 38 anni, quando sente di essere pronta, il desiderio di un figlio si trasforma in calvario e strazio per il proprio corpo, per la coppia. Ci sono: cure, medici, ospedali, interruzioni di gravidanze, scelte dolorose e difficili, il lieto fine non c’è. Anzi il lieto fine è la pubblicazione del libro, il mettere a nudo la sua storia che è la storia di molte di noi, divise fra la scelta di una carriera e la “maternità”, convivere con il senso di colpa senza farsi condannare dal senso di colpa. Le pagine con le descrizioni dettagliate e precise delle cure mediche mi hanno fatto sentire un troppo che a tratti mi allontana.
Valeria
26 Mag 2024
…non si raccontano, no, ed è inevitabile ritrovarsi a chiedere a lettura avanzata “Ma perché mi vuoi raccontare queste cose?” Perché voler aprire questo quaderno così intimo, perché enumerare, sviscerare questa impudica litania di dolori tanto privati, perché voler trascinare il lettore sul palcoscenico di una tragedia che nella vita non reclama mai (come non ha reclamato a lungo neanche in quella dell’autrice) un pubblico se non molto ristretto?
Perchè questa esibizione di sangue e viscere (che peraltro ti inchioda alle pagine come un thriller)?
Debbo dire che (grazie a Clelia! Stavolta ho lasciato sedimentare il testo e cercato di approfondire..) mi è servito molto sentire, anzi vedere l’intervista all’autrice: la sua aria dimessa, il suo sguardo dolente e spaventato ma, sopra ogni cosa, come ha già ricordato Emma, la sua incrollabile fede nel potere salvifico e testimoniale della letteratura.
È stato allora che ho saputo vedere il filo rosso che attraversa tutto le pagine: il voler mostrare quel senso di colpa (che conosco, che ho vissuto anche io!) che rende inconciliabili nel profondo il desiderio della maternità e una passione “altra” (e cito apposta il termine “passione” e non quello di “carriera”).
(Continua)
Valeria
26 Mag 2024
Sicchè se la sua rinuncia alla maternità in giovane età e questa lunga sequela di rare (rarissime!) disgrazie mediche si intrecciano “colpevolmente” (appunto) con la sua vita di scrittrice, l’autrice finisce col temere di “meritare” tutto questo dolore proprio per via di questo blasfemo, osceno intreccio.
Eppure proprio questo libro, che deve esserle costato molto scrivere e che ha scritto per noi, le è valso la candidatura allo Strega. Forza Antonella, allora, e grazie di aver avuto il coraggio di raccontare una storia che in qualche modo ci riguarda tutte (anzi: tutti!)
IOLANDA
09 Mag 2024
Non riesco a giudicare questo libro.....faccio fatica.
Concordo sia con Emma che con Irene.
Da una parte mi è piaciuto, ritmo serratissimo, ero incollata alla pagina, una suspence degna di un thriller, grande bravura della scrittrice quindi che riesce a rendere e a tramutare in potenza una vicenda privata e intima.
Dall'altra le ripetizioni ossessive, le lungaggini, le assurdità di comportamenti francamente incomprensibile al limite del ridicolo (certe volte mi sono venuti dei nervi!!!!)
Credo che non possa arrivare alla cinquina, la vicenda è comunque troppo circoscritta, troppo "meccanica", non ha nulla dei temi universali che piacciono allo strega.
Do 2 stelle e mezza anche se non si riesce.
Emma
02 Mag 2024
continua...
Ma, scrivere, può ricordarle, nonostante tutto, di essere ancora viva.
Emma
02 Mag 2024
Il libro di Antonella Lattanzi racconta il desiderio di avere un figlio e le difficoltà che spesso impediscono la realizzazione di questo desiderio.
L’autrice descrive la sua esperienza con un romanzo potente, attraversato da una grande energia. L’energia di una donna che è riuscita a scendere nella parte più sincera di se stessa e raccontare con il ritmo incalzante di un romanzo le cose che solitamente non si raccontano, nemmeno tra donne.
Non si racconta che il desiderio di avere un figlio può diventare feroce e farti guardare le altre donne incinte con invidia, anzi con odio.
Non si raccontano le esperienze di violenza ostetrica che spesso chi compie questi percorsi deve sopportare e le paure legate all’essere madre e al dover rinunciare alle proprie ambizioni (“Non c’è nessuno che ti aiuta ad essere una donna ambiziosa e una donna che vuole diventare madre nello stesso tempo”).
Difficile confessare apertamente che se abbiamo rinunciato a diventare madri presto per realizzare la nostra ambizione lavorativa, ci meritiamo di non riuscire a rimanere incinta.
La coppia viene fatta a pezzi, la scelta di una procreazione assistita e le difficoltà che potranno sorgere verranno affrontate principalmente dalla donna e dal suo corpo.
L’autrice crede però nel potere della parola scritta, raccontare il dolore può aiutare chi soffre, può dare energia a chi deve affrontare la stessa esperienza. Ma, scrivere, può ricordarle, nonost...
irene
29 Apr 2024
Non sono riuscita ad apprezzare questo libro, pur trattandosi di una vicenda drammatica.La scrittura è ripetitiva fino quasi alla noia, con l'80% descrizione delle elucubrazioni mentali dell'autrice, quasi da percorso psicoterapeutico. L'esperienza traumatica è affrontata (o almeno così viene raccontato) dall'autrice e dal compagno con superficialità e inconsapevolezza e viene spontaneo chiedersi se prima non dovessero essere affrontati problemi di genitorialità. Indubbiamente la scrittura ha avuto la funzione catartica, per combattere il doloroso percorso di una PMA, ma le reazioni dei protagonisti sono molto simili a quelle di due adolescenti. Mi spiace un po', mi aspettavo qualcosa di più.
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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