Intorno al mondo con Dicky - Letteratura gotica negli USA
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a cura di Ricardo Preve
IL MOVIMENTO LETTERARIO GOTICO DEL SUD DEGLI USA
Ho vissuto nel Sud degli USA (Virginia) la maggior parte della mia vita,
e sono cosciente delle profonde contraddizioni che esistono in questa parte del
mondo. Per molti qui la guerra civile fra gli stati americani non è finita nel
1865: ci sono ancora conti da saldare. Per altri è arrivata l’ora di cancellare
per sempre molti degli aspetti più tristi del passato.
Nel secolo XX e in conseguenza delle tensioni fra le masse di bianchi, i
famosi “rednecks” (colli rossi, un riferimento ai bianchi poveri che lavoravano
nel rovente sole del Sud, e quindi spesso avevano il collo rosso sopra l’orlo
della camicia) abitanti delle zone rurali e un ridotto gruppo di intellettuali
che voleva dimostrare al resto del paese che non tutti i sudisti erano razzisti
e primitivi, nacque un movimento artistico che si espresse principalmente
attraverso la letteratura di alcuni scrittori e scrittrici dei quali vi voglio
parlare oggi.
Riferito come il “Gotico del Sud” per prima volta nel 1935 dalla scrittrice Ellen Glasgow (nata in Virginia e vincitrice del Premio Pulitzer nel 1942), il movimento è profondamente critico nei confronti del mito delle virtù del sud degli Stati Uniti nell’epoca antecedente la disfatta nella guerra civile; mito coltivato da molti bianchi che hanno sempre cercato (e cercano ancora) di presentare l’istituto della schiavitù come un fenomeno secondario e pressoché benefico, da giustapporsi alle altre supposte virtù del Sud quale l’onore personale, il patriottismo, la difesa della famiglia e della proprietà privata, e delle istituzioni religiose (leggasi chiese protestanti).
Insomma, un Sud come quello presentato nel film “Via col vento”, pieno di uomini galanti, donne belle e delicate, e schiavi neri con grosse bocche piene di bianchi denti sorridenti.
Per capire chi furono gli scrittori che diedero vita al “Gotico del Sud” partiamo da un fatto molto interessante: molti furono donne, cominciando da quella che è definita la fondatrice del movimento, l’ineguagliabile Carson McCullers.
Nata nel 1917 a Columbus, Georgia, alla giovane età di 23 anni pubblicò “Il cuore è un cacciatore solitario” (pubblicato in Italia dalla collezione “Stile Libero” di Einaudi nel 2008), il suo romanzo più famoso. Come si può ravvisare in un altro suo romanzo che ho letto (“Orologio senza manette”, Mondadori collezione “Medusa”, 1962), la tecnica di McCullers è quella di usare personaggi emarginati dalla società (un muto, un sindacalista sbronzo, un dottore malato, il proprietario di un miserevole caffè che rimane vedovo, etc.), e di dislocarli in piccoli paesi della campagna della Georgia, per mostrarci lo squallore, la disperazione, la tristezza, e fondamentalmente il vuoto lasciato da una società distrutta dalla guerra civile, profondamente devastata dall’istituto della schiavitù, e dalla presenza costante delle tensioni razziali.
La McCullers era una donna con una mente brillante in un corpo malandato: soffrì tutta la vita di varie malattie, fra le quali febbre reumatica, e subì, all’età di 31 anni, un ictus che la lasciò paralizzata. Morì a soli 50 anni.
Guardando la foto della McCullers si capiscono tante cose. Sempre cercò (come molte altre donne intellettuali del Sud) di staccarsi dall’immagine ridicola e stereotipica della donna sudista; per intenderci dell’immagine di Scarlett O’Hara in “Via col vento”. I capelli corti, lo stile androgino (frutto di un anelito costante per l’amore omossessuale, quasi mai ricambiato), l’abuso di droghe e alcol, furono nella mia opinione strategie di vita disegnate per sfuggire alla opprimente società nella quale nacque..
Un'altra donna di spicco in questo movimento letterario fu la Flannery O’Connor (1925 – 1964), nata a Savannah, Georgia. La O’Connor fu una donna profondamente cattolica, figlia di immigranti irlandesi. Anche lei morì giovane, ai soli 39 anni, uccisa dal lupus. Fu conosciuta principalmente per i suoi racconti (ne pubblicò 32). Attualmente io sto leggendo “Tutti i racconti” (pubblicato in Italia da Bompiani (Milano, 1990) che le meritò, postumo, il Premio Nazionale per Finzione del 1972. In molti sensi la sua scrittura assomiglia a quella di McCullers. Forse la miglior forma di capirla è leggere quello che lei disse sul movimento di letteratura gotica del Sud: “Qualsiasi cosa che venga dal Sud sarà definito come grottesco dal lettore del Nord, eccetto quando è grottesco, in questo caso sarà definito realistico.”
Un uomo che per me è un esponente essenziale di questo movimento, assolutamente da leggersi per la sua profonda sensibilità, per l’intelligenza con la quale struttura i suoi romanzi, e per la perspicace osservazione della società rurale del Sud, è Erskine Caldwell (1903 – 1987). Nato anche lui in Georgia, Caldwell è autore dello splendido romanzo del 1932 “La via del tabacco” (pubblicato in numerose edizioni in Italia; per esempio da Mondadori nella “Collana Oscar” nel 1976). Il romanzo racconta la storia di una famiglia di contadini bianchi che praticamente muoiono di fame in una poverissima tenuta agricola della Georgia, sita appunto su una vecchia strada usata per il commercio di tabacco. Sospetto che i personaggi grotteschi, le loro abitudini bestiali, e la violenza sessuale che si leggono nel romanzo siano frutto delle esperienze personali di Caldwell, che viaggiò per tutto il Sud, prima da piccolo con suo padre, e poi con la moglie, la fotografa Margaret Bourke-White con la quale scrisse e pubblicò un libro di fotografie intitolato “Avete visto le loro facce”. Quest’ultimo è quasi una illustrazione del mondo rappresentato in “La via del tabacco”, e ci dimostra la profonda conoscenza che Caldwell aveva del Sud degli USA.
Ci sono molti altri scrittori e scrittrici nell’universo della letteratura
gotica del Sud degli USA. Il più famoso è certamente William Faulkner, nato nel
Mississippi nel 1897 e vincitore del Premio Nobel di Letteratura nel 1949. Ma
dovrò lasciare un’analisi del suo lavoro per un futuro articolo, nella speranza
di avervi intanto introdotto in un angolo della letteratura che forse non vi
era tanto conosciuto.
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recensioni
Ricardo Preve
26 Set 2021
Caro Mario, grazie per le tue parole. E grazie anche per segnalare come questa divisione fra le società del Nord, e del Sud, siano applicabili non solo agli USA, ma anche all'Italia, e ad altri paesi. Sai che non avevo pensato alla questione delle differenze di personalità fra il Nord e il Sud dell'Argentina? Ma hai assolutamente ragione, qui ci sono anche differenze. Forse più precisamente fra il Centro, e il Nord, perché il Sud sarebbe la Patagonia che è quasi vuota. Ma certamente molti abitanti di Buenos Aires, sita nel centro dell'Argentina, considerano il resto degli argentini (e sopratutto quelli che risiedono nel caldo Nord) come pigri e ignoranti. Quindi la tua osservazione è assolutamente valida. Un caro saluto da Buenos Aires.
Mario Tuttobene
26 Set 2021
Grazie Ricardo! Da mezzo siciliano quale sono, penso che la frase della O'Connor che tu citi (“Qualsiasi cosa che venga dal Sud sarà definito come grottesco dal lettore del Nord, eccetto quando è grottesco, in questo caso sarà definito realistico.”) potrebbe applicarsi al Nord ed al Sud di qualsiasi Paese. A proposito, esiste un Nord e un Sud anche nella tua Argentina? E nell'emisfero australe sono i meridionali ad essere industrializzati e pratici, mentre alle basse latitudini la gente è più fantasiosa, musicale e sonnolenta?
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