Intorno al mondo con Dicky - Victoria Ocampo
RUBRICHE
a cura di Ricardo Preve
VICTORIA OCAMPO
Bella, ricca, colta, intelligente, ribelle, arrogante, elegante…
S’innamorò di Virginia Woolf e pagò per ritrarla fotograficamente; rese famosi tanti scrittori grazie alla sua rivista letteraria “Sud”; invitò Rabindranath Tagore in Argentina e scandalizzò la gente “bene” di Buenos Aires facendosi accompagnare da lui, in dhoti (*) e sandali, ai ricevimenti più prestigiosi.
Ma chi era l’argentina Victoria Ocampo (1890 – 1979)?
Fu una donna cosi importante nella storia della cultura, ed in particolare della letteratura delle Americhe, che non è necessario fare troppi commenti: è sufficiente citare le incredibili tappe della sua straordinaria vita, per rendere il senso della sua persona (e del suo mito).
Victoria si affacciò alla vita con molti vantaggi: era membro di una ricca e conosciuta famiglia di Buenos Aires, e ricevette una educazione straordinaria. Ai soli 6 anni fu portata a Parigi e Londra per imparare il francese e l’inglese. A Parigi tornò a 18 anni per studiare letteratura greca classica, letteratura inglese, le origini del Romanticismo, la storia dell’Oriente e le opere di Dante e Nietzsche alla Sorbona. Lo studio di Dante l’avrebbe influenzata per la vita: il primo libro scritto dalla Ocampo, “Da Francesca a Beatrice”, pubblicato da Jose Ortega y Gasset nel 1924, fu un commento sull’opera di Dante.
Erede di tre diverse grosse fortune della famiglia, la Ocampo investì quasi tutti i suoi soldi per promuovere la letteratura, le arti, i diritti delle donne, e per acquistare, far costruire e abbellire case e appartamenti.
Nel 1931, la Ocampo fondò, e per 40 anni la diresse, la rivista
letteraria “Sud”, la più importante in assoluto per la letteratura delle
Americhe. In essa la Ocampo diede spazio ai più importanti autori argentini,
permettendo loro di acquisire fama mondiale; ma al tempo stesso ai più
importanti autori del resto del mondo, diffondendo così le loro opere nel
continente americano: da una parte quindi Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy
Casares, Ernesto Sabato, Gabriela Mistral, Octavio Paz e Julio Cortazar fra i
Latinoamericani; dall’altra Thomas Mann, Andre Malraux, Henry Miller, T.E.
Lawrence, Federico Garcia Lorca, Virginia Woolf, Albert Camus, e Graham Greene
fra gli europei.
La classica copertina di “Sud”, che rappresentava solo una freccia colorata rivolta verso il basso, fu il simbolo del lavoro della Ocampo, che traduceva personalmente dall’inglese, francese, e italiano quasi tutti i lavori pubblicati nella rivista. Le parole del poeta messicano Octavio Paz (Premio Nobel di Letteratura 1990) sono significative: “Sud non è solo una rivista o una istituzione: è una tradizione dello spirito… Victoria ha fatto quello che nessuno aveva fatto prima in America.”
Fu la prima donna argentina a prendere la patente di guida (nel 1929), fondatrice della Unione Argentina delle Donne; incontrò Mussolini a Roma per rimproveragli il trattamento delle donne in Italia sotto il fascismo, e fu l’unica donna latinoamericana invitata dagli Alleati a essere presente ai processi di Norimberga nel 1946. Nel 1977 fu la prima donna accolta nella Academia Argentina di Letteratura.
Nella sua vita personale lo scandalo fu una costante. Sposata con Luis Bernardo de Estrada, uomo di una famiglia tradizionale argentina molto cattolica e conservatrice, lo lasciò durante la loro luna di miele a Roma, innamoratasi durante il viaggio di Julian Martinez, diplomatico argentino presso il governo italiano, e 15 anni più vecchio di lei: si diceva fosse l’uomo più bello dell’Argentina.
Mantenne anche una appassionata relazione epistolare con Virginia Woolf, alla quale inviò lussuosi regali e che si recò a visitare a Londra, dove organizzò una sessione di ritratti fotografici della scrittrice inglese ad opera della fotografa tedesca Gisele Freund. Anni dopo, Victoria aiutò la Freund a fuggire dalla Germania per scappare alle persecuzioni naziste dovute alle sue origini ebree.
Persino con le sue case Victoria fu sempre nell’occhio dell’opinione
pubblica.
Interessatissima ai movimenti modernisti dell’arte europea del primo
dopoguerra, commissionò all’architetto Alejandro Bustillo la costruzione di una
casa stile Bauhaus nell’elegante quartiere di Palermo Chico a Buenos Aires. I
suoi vicini, membri delle più tradizionali famiglie argentine, e proprietari di
palazzi costruiti nello stile Belle Époque, fecero tutto il possibile per
cercare di bloccare il progetto edilizio di Victoria, senza riuscirci. Oggi la
casa è la sede del Fondo Nazionale delle Arti dell’Argentina.
Le sue altre due case, Villa Ocampo a Buenos Aires e Villa Victoria a Mar
del Plata, ebbero sorti egualmente travagliate. Victoria le donò all’UNESCO per
evitare che venissero espropriate in seguito al ritorno dei peronisti al potere
nel 1973, e anche per via delle sue ristrettezze economiche che le avrebbero
impedito di mantenerle negli ultimi anni della sua vita.
A Villa Ocampo Victoria ospitò per mesi lo scrittore indiano Rabindranath
Tagore, che si era ammalato durante il suo viaggio in Argentina. Ma vi ricevette
anche Albert Camus, Graham Greene, Igor Stravinsky, e Indira Ghandi, fra gli
altri.
Victoria era contraria a tutte le dittature e come tale fu sempre opposta al peronismo, come anche lo fu Borges. Il governo peronista argentino se la prese tanto con Borges (che fu rimosso dal suo lavoro nella Biblioteca Nazionale e venne designato “Ispettore di uova e galline del mercato di Buenos Aires”), come con Victoria, che fu arrestata e tenuta in prigione per quasi un mese, sino a che una campagna per la sua liberazione, intrapresa da figure di risonanza mondiale come Aldous Huxley, Waldo Frank, nonché il New York Times, costrinsero al governo argentino a rilasciarla.
Oggi Victoria è riconosciuta come una figura storica e culturale importante, anche se controversa. In Argentina non gode di unanime approvazione: molti le rimproverano il suo anti-peronismo, ed un atteggiamento troppo europeizzante (nonché uno snobismo di classe molto pronunciato). Ma non c’è dubbio che senza di lei, la storia della letteratura mondiale, e anche quella delle donne latinoamericane, non sarebbero state le stesse.
1
recensione
Mario
27 Giu 2021
Grazie Ricardo, le tue storie e le tue cronache americane sono sempre interessanti. Sto tappando un sacco di buchi culturali grazie a te... Fra l'altro ti segnalo che proprio oggi sul Corriere della Sera un articolo cita una questione di cui tu ci avevi parlato qualche settimana fa: https://www.corriere.it/opinioni/21_giugno_26/usa-guerra-impedire-voti-sgraditi-0dbb2048-d6b0-11eb-94c4-73c6504e8d78.shtml
clicca sui titoli se vuoi leggere i servizi precedenti:
APRIRE LE FINESTRE
POLIZIOTTI, MASSACRI E CAMBIAMENTI SOCIALI
L'INEVITABILE DOMANDA
LA NECESSITA' DI DIRE LE COSE
L'USO DEL COLORE NE "LA GRANDE BELLEZZA"
VERSO UN NUOVO NEOREALISMO
DAL VIETNAM ALLA GEORGIA
VACCINI E POLITICA NEGLI USA
MALCOLM & MARIE
DI TRADUZIONI E DOPPIAGGI
I SOPRANNOMI DIMINUTIVI E LA SCHIAVITU'
L'INSURREZIONE DEGLI ALBERI