Giuseppe Bordonali
I NOSTRI OSPITI
Ho ricevuto con gioia l’invito di Valeria a scrivere sul vostro stupendo sito. Vi saluto quindi affettuosamente tutti, accogliendovi in un ampio abbraccio virtuale.
Da quando mi avete invitato tra gli Scompaginati di Genova sono già passati quattro anni. Eppure, nonostante il tempo trascorso, in mia moglie e in me il ricordo di quei giorni è rimasto indelebile nel cuore: sia per la splendida ospitalità offertaci da Irene, sia per l’interesse e la pazienza che avete avuto nell’ascoltarmi.
È stato poi bello rivedere molti di voi a Siracusa, lo scorso anno, in occasione delle Rappresentazioni classiche al Teatro greco della mia città.
Le nostre sono due città legate insieme dal mare e noi, come tutti i popoli del Mediterraneo, abbiamo in genere un comune sentire, quasi una comune lingua, che affratella i camalli di Genova ai portuali di Siracusa o di Palermo; gli scugnizzi di Napoli ai giovani di Algeri, di Barcellona, di Istanbul, o di qualunque altra città s’affacci sul nostro mare. Sino a pochi anni fa, infatti, i canti di lavoro degli scaricatori di porto avevano la stessa musicalità in tutto il Mediterraneo.
Una delle mie fonti d’ispirazione è quindi il mare, il cui continuo movimento ricorda la fatica di uomini che nei secoli, per sopravvivere, hanno fatto di velieri e navi le loro case, le loro officine, le loro galere, e spesso anche le loro tombe, come capitò nel maggio del 1941 ai mille e trecento giovani italiani morti nel siluramento del Conte Rosso, in rotta per la Libia.
Mi hanno spesso chiesto cosa mi porti a scrivere. Capita, in genere, che un personaggio, o una vicenda, mi spingano con forza a farlo sin dall’alba, e in me allora arde un fuoco che non si placa sino a che non costruisco la trama e l’ordito della nuova storia, che prende quindi forma e vita. Creo di getto i miei romanzi, talvolta i personaggi mi giungono alle spalle mentre scrivo, suggerendomi le parole da mettere su carta. Vi confesso che in quei momenti comprendo bene quando Giovanna D’Arco gridava: “Sento le voci!”. Vivo da sempre in Sicilia, e della mia terra ho assorbito quella solarità che spesso traspare nei miei scritti. Amo quindi l’italiano, la mia lingua madre, ma non scrivo solo per me: lo faccio soprattutto per dar piacere alle mie lettrici e ai miei lettori sperando, come diceva Luis Sepúlveda, di abitare nel cuore della gente migliore. Anche nel cuore, quindi, degli Scompaginati di Genova.
Con affetto,
Giuseppe Bordonali
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