Ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, Il dono di Ahmet Pascià, (Morrone editore, 2003) lo stesso giorno in cui mi capitò di leggere, su una rivista, le imprese dell’ammiraglio olandese Michiel Adriaenszoon De Ruyter.
Ecco a voi trama del romanzo: nel 1676 la Francia di Luigi XIV, il Re Sole, è impegnata nella conquista della Sicilia e gli spagnoli, che da oltre due secoli tengono l’isola, sono in gravi difficoltà. Viene quindi in loro soccorso la flotta olandese, comandata dal celebre ammiraglio De Ruyter, mai sconfitto in battaglia, e conosciuto dagli inglesi come Il terrore dei mari. Al largo di Augusta però, durante una battaglia protrattasi sino alla notte, l’ammiraglio olandese riceve una grave ferita che ne causa la morte, sette giorni dopo, all’ospedale dei Fatebenefratelli di Siracusa.
Da questo episodio iniziano le vicissitudini del giovane nipote dell’ammiraglio, Adriaan Detmers, che trova a Siracusa l’amore, e anche quelle d’un cofanetto d’avorio catturato durante la battaglia, contenente un prezioso dono del Gran Visir di Istanbul Fazil Ahmet Pascià Koprulu al Re Sole.
Quando, dopo la morte dell’ammiraglio, gli olandesi ripartono, lasciano a Siracusa il giovane ufficiale Adriaan con il cofanetto, che pare contenga il trattato eliocentrico di Archimede. In quegli anni la Chiesa affermava ancora che fosse la terra e non il sole a stare al centro dell’Universo, e solo pochi anni erano passati dalla famosa abiura di Galileo Galilei. Nel quartiere della Giudecca di Ortigia si scatena subito, quindi, la caccia al prezioso documento da parte di domenicani inquisitori, di avidi eruditi e, soprattutto, d’un ambizioso gesuita. Costoro, con il loro operato, squarciano il velo della finta conversione di molti ebrei del quartiere, causandone la rovina.
Tra alterne vicende, il cofanetto si perde infine nel distruttivo terremoto che nel 1693 rade al suolo l’antica Noto, per ricomparire tre secoli dopo, in una grande caccia al tesoro raccontata ne Le ali di Icaro, (Verba volant editore, 2003).
Oggi ho però riunificato quest’unico racconto, ch’era stato pubblicato separatamente in due edizioni già andate esaurite, sotto il titolo comune de Il dono di Ahmet Pascià. Il manoscritto è ora pronto per una ristampa, che conto di pubblicare al più presto con un diverso editore.
A chi avrà modo d’avere il romanzo,
auguro una felice lettura.
Giuseppe Bordonali