Le vostre opinioni su LA PORTA - gli scompaginati

Singolare e promettente all'inizio, il segreto dietro la porta si sgonfia (anche fisicamente!) e il finale non regge, ma Guya ha colto il tema (per l'autrice autobiografico) dei bivi che la vita ci pone, alle volte, intrappolandoci senza vie d'uscita. Si legge bene.

Non aggiungo altro a quanto scritto dalle scompaginate che mi hanno preceduto....una stella!

Ero così fiduciosa, primo di iniziarlo, che lo ho regalato al buio (e non lo faccio mai), alla presidentessa di un club milanese.....

Ps: vogliamo parlare del cane Viola😳?

Con tutta la buona volontà e massima predisposizione alla lettura durante favolose vacanze, non ho trovato alcun elemento in questo libro che possa meritare un buon punteggio...veramente una delusione sotto tutti i punti di vista e concordo con le recensioni di Patrizia e Costanza

Anche a me questo libro non è piaciuto, l’ho trovato noioso e ripetitivo. I contrasti tra l’autrice ed Emerenc si ripetono per tutto il libro con lo stesso schema e sempre sopravvalutati.
Quando poi, verso la fine del libro, paragona i sentimenti verso Sutu, l’amica “traditrice”, a quanto provato dagli apostoli la notte nell’orto del Getsemani mi è sembrato veramente troppo.

Concordo con Valeria quasi completamente!
Dovrebbe descrivere la personalità di Emerenc (collaboratrice domestica) ma annoia il lettore con verbosi aneddoti irrealistici, dovrebbe avere sullo sfondo le vicende politiche del Paese ma fa cenni scomposti a personaggi difficilmente collocabili, dovrebbe parlare del rapporto fra la scrittrice e Emerenc ma mette spudoratamente e solo al centro le emozioni e reazioni (per lo più infantili) della protagonista. L’ho trovato un libro noioso e privo di valore seppur abbastanza ben scritto (ma questo forse è merito della traduzione).

Avevo già letto, apprezzandolo, questo libro nel 2014, ma la sua rilettura mi ha francamente delusa. Ho la sensazione che ci sia anche un problema di traduzione, e - non so quanto a quest’ultima legata - di punteggiatura: a tratti così sciatta da essere davvero irritante.
Ricordavo il gioco della suspense intorno alla figura della protagonista, ma è una suspense mal riposta, mi è sembrato, per l’esiguità di quanto celato (non voglio spoilerare ai danni di chi sta ancora leggendo).
E se la protagonista può restare impressa come un personaggio che sa imporsi e colpire con la sua schiettezza e la forza di un turbine della natura (forse un po’ troppo “Luisa”, che “comincia presto, finisce presto e di solito non pulisce il water”: ve la ricordate?), la coprotagonista, scrittrice io narrante, fa venire il latte alle ginocchia con le sue nevrosi e i suoi sensi di colpa.
Si, certo, ci sono sullo sfondo eventi storici rilevanti a tentare di dare una maggiore tridimensionalità ai personaggi, che, però, mi pare, non riescono a uscire dal perimetro della “macchietta”.
Insomma, magari gli darò una terza chance, ma stavolta lo boccio!