Le vostre opinioni su DAVID COPPERFIELD
I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO
1 recensione
Mario
21 Mag 2024
Diciamolo subito: verrebbe deluso chi cercasse in DC le inquietudini esistenziali o le questioni sociali che di solito appassionano il lettore moderno. In che sta, allora, la grandezza di questo feuilletton, a parte la sua capacità di indurre il consumo di almeno tre pacchetti di kleenex ogni dieci capitoli? Non ho risposte definitive, ma posso dire di avere trovato sbalorditive alcune improvvise "fughe in avanti" della fantasia Dickens. A tratti si trovano, in questo libro, temi e toni che emergeranno solo molti decenni dopo. Penso ad alcuni antagonisti che hanno una sinistra grandezza già dostoesvskiana, sia nella loro abiezione (Huriah Heep mi ricorda un po' Smerdjakov, un po' Voldemort), sia nella loro tormentata ambiguità (tutta la famiglia di Steerforth, compreso quel cataclisma ambulante che è Rosa). Penso all'onnipresente tema della manipolazione (il gioco eterno di Murdstone verso le sue mogli, che segna la prima parte del libro e ritorna nel finale, la fascinazione esercitata dal giovane Steerforth). Penso alla moltiplicazione pirandelliana delle verità percepibili intorno alla vicenda del Dottor Strong e della sua giovane moglie. E penso al capitolo più geniale del libro, che sembra opera di un futurista russo o di un espressionista tedesco: la descrizione del carcere "modello", dove i detenuti sono trattati a cioccolata ed arrostino, e dove alla fine della storia troviamo, ipocriti impenitenti ed impuniti, i due peggiori farabutti del libro.