Gianfranco Ayala fotografo e cineasta - 2
SPECIALS
2. LE FESTE: IL TIRASSEGNO, LE FIERE DI
ANIMALI, IL NATALE E IL GIOVEDÌ SANTO
PV
Per le
strade di Caltanissetta, in quei primi anni ’50, il giovane Gianfranco ha
incontrato il fervore delle feste religiose, gli entusiasmi per personalità della
politica vissute come araldi di una giustizia divina…
GA
La Settimana
Santa di Caltanissetta era in effetti ricchissima di processioni, e quella del
Giovedì Santo era una vera e propria festa che cominciava al mattino in tutte
le strade. Venivano portate in processione sedici “vare”, dei gruppi di statue di
cartapesta che rappresentavano scene della Passione di Gesù e stazioni della
Via Crucis. Ognuna delle sedici vare aveva la sua banda musicale che veniva
pagata dai padroni delle statue, che erano anche i responsabili delle varie
miniere di zolfo di Caltanissetta ed Enna. Tranne la prima “vara”, quella
rappresentante l’Ultima Cena, che era molto pesante ed era montata su carrello,
tutte le altre erano portate a spalla dagli operai che lavoravano nella miniera
dei proprietari della “vara”. C’era quindi una Identificazione totale del
popolo colla “vara” e colla miniera: il padrone, che non partecipava di persona,
pagava i suonatori e il vino. Le “vare” erano illuminate dall’acetilene, lo
stesso gas che illuminava l’interno delle miniere, ne ricordo ancora fortissimo
il puzzo. Oggi tutto questo non esiste più.
Nel ’48 ho
fotografato anche un corteo organizzato dal Partito Comunista per le elezioni
del 18 aprile. Riuscì a passare per la Strada della Foglia, così chiamata
perché vi si vendevano verdure e ortaggi. Nonostante le bancarelle, la gente
con aste e bandiere riuscì ad entrare nella strada e la gente, il popolo – come
lo si chiamava allora -, si sentì poi stimolata a bardare l’asino e il carretto
con le fotografie di Togliatti, veri e propri santini popolari.
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