Commenti 4-6
I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO
I vostri commenti su "Febbre"
4 recensioni
SILVIA BORDO
29 Giu 2020
ecco vale, mi sa che ho fatto pasticci nella media adesso... ma evidentemente la media è 3
silvia bordo
29 Giu 2020
Segnalo il sito internet per il podcast "ad alta voce e aggiungo che, se non fosse che non ho letto nessuno degli altri concorrenti, a questo libro io darei 4 stelle. MA LASCIAMONE TRE! PER NON INCIDERE TROPPO PESANTEMENTE SULLE VOSTRE SCELTE) https://www.raiplayradio.it/playlist/2020/01/Febbre-d20c39c5-6ec3-4096-8d9d-0af9c2ceecf3.html
silvia bordo
29 Giu 2020
Febbre, opera prima del trentacinquenne Jonathan Bazzi, ha già vinto un sacco di premi.
Libro dell’anno di Fahrennheit nel 2019, ne ho ascoltato per caso la lettura “Ad alta voce” su radio 3 (link…) e mi ha catturato: l’incisività della prosa, l’attualità dei temi.
La malattia, incertezza e spaesamento. La vulnerabilità, la diversità. La periferia, i suoi codici, il degrado, il rapporto con il “centro”. La passione, i sogni, il pop. L’infanzia la famiglia i rapporti tra i sessi l’omosessualità. La violenza, internet, il maschilismo, la migrazione, lavoro e università.
Bazzi racconta con stile asciutto e personale, un continuo presente che alterna e sovrappone epoche e contesti di una vita dove tutto resta intrecciato, e come bollato da un marchio di nascita malgrado tutto ineludibile: a partire dalla storia dei genitori, dove “io sono il precipitato imprevisto di una storia durata niente”; dall’essere nato e cresciuto a Rozzano, dove cultura e sensibilità rappresentano una diversità inaccettabile: “me ne sono andato, ma è ancora tutta qui. Ho i suoi palazzi affastellati sul petto, i miei piedi continuano a camminare per le sue strade. (…) Le sue urla in napoletano e in pugliese, le parolacce, le risate scomposte. (…) Con la paura che arrivino i maschi”.
C’è una bella dialettica tra la voce narrante, intima e soggettiva -quasi un flusso di coscienza-, e il modo tutto sommato oggettivo e distaccato di definire...
Libro dell’anno di Fahrennheit nel 2019, ne ho ascoltato per caso la lettura “Ad alta voce” su radio 3 (link…) e mi ha catturato: l’incisività della prosa, l’attualità dei temi.
La malattia, incertezza e spaesamento. La vulnerabilità, la diversità. La periferia, i suoi codici, il degrado, il rapporto con il “centro”. La passione, i sogni, il pop. L’infanzia la famiglia i rapporti tra i sessi l’omosessualità. La violenza, internet, il maschilismo, la migrazione, lavoro e università.
Bazzi racconta con stile asciutto e personale, un continuo presente che alterna e sovrappone epoche e contesti di una vita dove tutto resta intrecciato, e come bollato da un marchio di nascita malgrado tutto ineludibile: a partire dalla storia dei genitori, dove “io sono il precipitato imprevisto di una storia durata niente”; dall’essere nato e cresciuto a Rozzano, dove cultura e sensibilità rappresentano una diversità inaccettabile: “me ne sono andato, ma è ancora tutta qui. Ho i suoi palazzi affastellati sul petto, i miei piedi continuano a camminare per le sue strade. (…) Le sue urla in napoletano e in pugliese, le parolacce, le risate scomposte. (…) Con la paura che arrivino i maschi”.
C’è una bella dialettica tra la voce narrante, intima e soggettiva -quasi un flusso di coscienza-, e il modo tutto sommato oggettivo e distaccato di definire...
Clelia
12 Giu 2020
Come Città sommersa, Febbre è autobiografico; al di là della storia narrata, sanno affrontare con ottima misura e in modo non banale un tema autobiografico; il protagonista nasce in periferia, deve affrontare isolamento, bullismo, problemi in famiglia, diventare faticosamente consapevole della sua omosessualità ma proprio questo esercizio alla diversità e all'esclusione diventa poi l'arma più potente per affrontare - e apparentemente vincere- l'emarginazione sociale generata dalla sieropositività HIV.
Papabile Strega!!
Papabile Strega!!
I vostri commenti su "Tutto chiede salvezza"
2 recensioni
Chiara
19 Mar 2021
Tutto chiede salvezza è un romanzo che mi ha accompagnato la scorsa estate. L’ho letto in un attimo e mi ha fatto commuovere. Mi è sembrato poetico e realistico. I personaggi che ruotano intorno al protagonista sono ben tratteggiati con poche pennellate. Uno spaccato su un mondo duro e dolente di una umanità ancora speranzosa nonostante tutto.
Patrizia Del Carretto
25 Mag 2020
Un romanzo autobiografico che racconta l'esperienza di un ricovero in psichiatria per un trattamento sanitario obbligatorio vissuto a vent'anni dall'autore.
L'argomento mi sembrava interessante ma il libro mi ha deluso, perché si ferma ad una cronaca di questi pochi giorni e le figure che ruotano intorno a lui sono descritte in maniera superficiale e legata a luoghi comuni.
Forse l'aspetto migliore del romanzo è il senso di comunanza che lo lega agli altri ricoverati.
Patrizia
L'argomento mi sembrava interessante ma il libro mi ha deluso, perché si ferma ad una cronaca di questi pochi giorni e le figure che ruotano intorno a lui sono descritte in maniera superficiale e legata a luoghi comuni.
Forse l'aspetto migliore del romanzo è il senso di comunanza che lo lega agli altri ricoverati.
Patrizia
I vostri commenti su "Almarina"
3 recensioni
Valeria
25 Mag 2020
Aggiungo le stellette :)
Molly
20 Mag 2020
Almarina mi è piaciuto. Forse piu' adatto ad un pubblico femminile, affronta tematiche importanti con una scrittura precisa e scorrevole. Bello come ci porta nella solitudine del carcere minorile di Nisida e qui ci svela la scoperta di un nuovo possibile incontro.
Valeria
05 Apr 2020
Quasi più un lungo racconto, che un romanzo; quasi privo di vicende, se non i pensieri e le angosce - reali - di una cinquantenne, vedova, che insegna matematica nel carcere minorile di Nisida, e quelli - più intuiti che raccontati - di una sua nuova allieva, una sedicenne rumena. Due vite difficili che incontrandosi innescano la possibilità di un cambiamento. Delicato ma intenso. Mi è piaciuto.