Le vostre opinioni su MARIAS - gli scompaginati

...il ritornare più volte su un concetto che per lui vale e vuole l'attenzione del lettore, usando anche le stesse identiche parole già usate come un ritornello nel libro, tac te lo trovi lì quando meno te lo aspetti...lo trovo originale e anche un po' visionario, nella mia sottolineo limitata esperienza di lettrice ho incontrato poche volte una scrittura così intrigante e particolare. Riesce a trasmettermi quello che vuole, indifferenza inquietudine rabbia sensualità... Non tutto mi è piaciuto, a dimostrazione che non sono una brava critica ma agisco solo d'istinto, Berta Isla l'ho trovato noioso e assurdo...ma i pensieri "insignificanti" e "distratti" che però sono parte delle nostre esistenze sono anche i miei...

Eccomi... Butto giù qui di getto alcune riflessioni più che una recensione vera e propria su questo libro, sono valutazioni che attribuisco in generale ai libri di Marias che conosco e che ho apprezzato di più, che li accomuna un po' in tutti, "Gli Innamoramenti", "Così ha inizio il male"... Ecco Vale hai espresso benissimo di lui e del suo modo affascinante di esprimere ciò che è la natura umana, tutte quelle pagine dense di pensieri che generano continue e concatenanti elucubrazioni come capita spesso nelle nostre teste (o solo nella mia??), le minuziose descrizioni di stati d'animo o situazioni vissute che accomunano tutti quanti (le congetture di cui scrivi..) e la memoria che ricorre sempre.... E tutto capita in un lampo nelle nostre menti, succede tutto in quel secondo che ci folgora mentre stiamo facendo o pensando ad altro ma la mente divaga ovunque e si collega ad altre cose...è tutto lì. Non ci credo che capiti solo a me! Marias descrive questo stato perfettamente, sa trasmettere tutto quel pensiero complesso che si forma senza cercarlo, io questo lo trovo affascinante. Poi aggancia situazioni o avvenimenti (spesso storici) che niente c'entrano con la trama e li fa diventare parte fondamentale del libro, il libro stesso sono tutti questi intrecci insieme... Ma ha ragione Mario, le interminabili cogitazioni sono davvero fini a sè stesse e possono stancare, e alla fine si gira sempre intorno a pochi fatti... Inoltre io amp anche il suo ripetere, il ritornare ...

Credetemi, ci ho provato davvero, per dovere di amicizia verso la nostra Betta che ce ne aveva parlato con entusiasmo. Ho ripreso Domani Nella Battaglia, affrontando nuovamente i lunghi vagabondaggi notturni dei capitoli centrali; ho "assaggiato" un paio di volte Così Inizia il Male, senza riuscire ad andare avanti. Niente da fare: Marias non lo capisco, mi annoia e mi respinge con quelle interminabili cogitazioni fini a se stesse, con quel suo grosso testone che vuole porsi al centro dell'universo senza alcuna leggerezza. È come cercare di immergersi nel Mar Morto: la densità del mezzo, dice chi ci è stato, impedisce di nuotare.
Tre stelle, per fare una media tra la mia disastrosa esperienza personale ed il plauso di lettori sicuramente più maturi di me.

Ebbene, devo ammetterlo, ho divorato famelicamente questo libro, sebbene - e qui capisco il disdegno di Mario, che ama le storie dense di avvenimenti ben intrecciati - in esso non avvenga quasi nulla. Sono forse quattro o cinque le scene in cui succede effettivamente qualcosa, scene che oltretutto l’autore ci racconta retrospettivamente, ogni volta - ed è questo l’aspetto interessante della sua scrittura - incastonandole solidamente in una fitta tela di riflessioni “altre”. Possono essere lo sguardo e le congetture che ne derivano, rivolti ad uno sconosciuto che passa; oppure la memoria improvvisa di qualcosa da fare e non fatto, qualcosa che poteva accadere e non è accaduto; o ancora la folgorazione di una verità - su di noi, sull’essenza della vita, sull’umanità - che improvvisamente si schiude ai suoi occhi. (Continua)

Da qualche parte del libro Marias si rammarica vadano persi - con la morte -
tutti i gesti apparentemente vuoti, i pensieri oziosi, le piccole abitudini sconosciute agli altri: inghiottiti nell’oscurità, cancellati per sempre. Questo pensiero l’ho avuto anche io parecchie volte: ecco, Marias mette in primo piano gli interstizi delle nostre vite, che crederemmo degne di essere vissute solo per quello che di esse è memorabile, o almeno significativo. Insomma - almeno in questo libro! Vedremo gli altri - restituisce nelle sue pagine una forma di protagonismo a tutti quei momenti, a tutti quei pensieri “insignificanti” o “distratti” che costituiscono una grande, forse la maggiore, parte delle nostre esistenze.
Ed è questo che mi ha affascinato del libro, certamente ancor più della storia e del suo epilogo.
Ora ho iniziato “Un cuore così bianco”: riuscirà a darmi qualcosa di nuovo?

Scusate, mi sono partite 2 stelle per sbaglio. Il mio voto è uno....

Cari scompaginati,
ho abdicato miseramente.....ho messo tutto il mio impegno per rispetto alla mia amica Betta e al compito assegnato dal club, ma dopo 15 giorni dall'inizio del libro, addormentandomi secca (io insonne da 20 anni!) tutte le sere dopo mezza pagina, ho mollato. Sono assolutamente consapevole della mia inadeguatezza verso la grandezza dello scrittore e allo stesso tempo sono convinta di non aver mai letto libro più noioso!

Bis :). Mi è piaciuto molto anche questo, anzi più dell’altro, ovvero più di Domani nella battaglia pensa a me. La formula è sempre la stessa - una vicenda stringata, costruita con poche “scene” e un ampio divagare di riflessioni - ma qui il tema di fondo, la relazione di coppia vista anche attraverso una vicenda “spinosa”, tiene tutto insieme con molta maggiore forza e coerenza.
Provare per credere:D!

Sono partita con il massimo pregiudizio negativo possibile, dopo aver anni fa abbandonato dopo due capitoli "Domani nella battaglia pensa a me", cosa che mi capita raramente, e sono andata da Feltrinelli determinata a comperare il romanzo di Marias il più breve possibile ....Ebbene, mi sono parzialmente ricreduta: molte delle riflessioni che Marias fa sull'elaborazione del lutto e sulle dinamiche del sentimento amoroso sono assolutamente e spietatamente esatte, e di per sé valgono la pena di leggere il libro; interessante anche il rimando al "Colonnello Chabert" di Balzac, ovvero alla vicenda del militare dichiarato morto in battaglia che, quando ricompare, viene da tutti respinto, in primis dalla moglie, ad evocare come i cari estinti sfumino nelle nostre esistenze con il passare del tempo. Concordo con Mario e Costanza che la scrittura di Marias é faticosissima, per lo straripare dell'io narrante, ed il carattere ossessivo della sua visione ultra-soggettiva dell'esistenza. Nel caso de "Gli innamoramenti", credo che questa difficoltà sia accentuata da una pessima traduzione, che mi ha obbligata a rileggere più volte la medesima frase per coglierne il senso....

L’io dell’autore straripa da ogni angolo del libro, toglie spazio alla trama e ai personaggi e sfinisce il lettore. Uno dei pochissimi libri (dopo stanotte nella battaglia pensa a me) che non sono riuscita a finire. I tanto annunciati “colpi di scena” non mi sono sembrati tali. Per me una scrittura appassionante è quella che comunica al lettore pensieri, messaggi e considerazioni attraverso la descrizione di fatti e luoghi, con dialoghi e ambientazioni spazio-temporali. Marias non lo fa.

Un bel libro che a me è piaciuto molto
È la storia di un matrimonio che si trascina nella freddezza e nel rancore in una Spagna in cui non c’è ancora il divorzio. È anche la storia del giovane segretario che osserva e cerca di capire come i due coniugi siano arrivati a quel punto. Sullo sfondo la Spagna che ancora fa i conti con quanto è successo durante la dittatura
Marias ha uno stile inconfondibile e una grande capacità di analizzare le situazioni e i sentimenti.
Avevo già letto “Domani nella battaglia pensa a me” che mi è piaciuto anche per l’originalità della situazione da cui prende avvio il libro.
Sono invece d’accordo con Irene e a Berta Isla darei solo tre stelle, mi sembra che la caratteristica di Marias di analizzare i sentimenti e le vicende umane in questo libro sia talmente esasperata da diventare un difetto, per non parlare poi dei “servizi segreti “….. motivo per cui non ho letto Tomas Nevinson

Divertenti e interessanti le vite degli scrittori, tratteggiate sinteticamente, sottolineando di volta in volta aspetti peculiari di ciascuno. Un libro non in stile Marias.

Libro per fortuna imprestato, già divorato e restituito al "prestante".
E' la storia di un amore sofferto, anche un thriller, anche un romanzo a tratti politico, anche psicologico, ricco di citazioni letterarie 8Shakespeare, Elliot...), la cui protagonnista è una Penelope dei giorni nostri. Un romanzo che scandaglia l'animo umano dei due protagonisti e la sensibilità femminile, quando si pensa di conoscere da sempre la persona che si ama e invece accanto si ha uno sconosciuto, che la protagonista attende per 20 anni...
Un romanzo che poteva essere scritto in 200 pagine, ben scritto indubbiamente come tanti altri romanzi di altri autori e che tra alti e bassi, tiene legato il lettore, finnchè non compare un curioso colpo di scena, che da un senso al finale del thriller.
Però quanta rabbia mi fa venire il protagonista, proprio come la protagonista di quel maledetto Vronski di cui abbiamo parlato per il Premio Strega.. un vero capolavoro di egoismo...
Bel libro, che le critiche elogiano come un capolavoro, ma che non terrei sul comodino come il Libro di Haruf che vi avevo proposto a suo tempo...contenta quindi di averlo letto ma di non averlo comprato... per me 3 stelle, forse sono una voce fuori dal coro?