Le vostre opinioni su LEZIONI
I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO
9 recensioni
IOLANDA
29 Ago 2023
Bellissimo. 4 stelle e non 5 perché all'inizio ho stentato e fatto fatica, ma a un certo punto ho ritrovato il Mc Ewan tanto amato. Avete già detto tanto e condivido quasi tutto, aspetto di parlarne con voi.
Valeria
15 Ago 2023
Lezioni….non solo quelle di piano, ma quelle di una vita intera, quelle che non si imparano mai abbastanza… Roland siamo tutti noi, che sappiamo non poterci creare illusioni fantasticando su improbabili, mancati, “sliding doors” della nostra vita (Come sarebbero andate le cose se? Se non?)
Mc Ewan ci aiuta a guardare con indulgenza e persino affetto, alle nostre fragilità, alle nostre sconfitte, al nostro essere un nonnulla dentro la Storia che avanza. Siamo e siamo stati quello che potevamo essere, niente di più e niente di meno. In fondo trovare il piccolo incastro per il suo corpo appesantito dagli anni nell’ordine della Storia e nel(la involuzione del) Pianeta è vedersi riconosciuto come un esito di una caduta quel dolore intercostale che la famiglia insisteva nell’attribuire invece a problemi di cuore; è il sentirsi dire, dal medico che lo visita, che davvero il tizio che tale caduta ha causato era uno “spaventoso prepotente” sin da ragazzo.
É farsi guidare, in preda a un momentaneo mancamento dovuto all’età, dalla mano amorevole della nipotina. L’amore mancato di Miriam, Alissa e a lungo di Daphne, si materializza in quello, puro e disinteressato, di figli, amici, nipoti.
Ogni vita è incompleta e imperfetta a modo proprio, e Mc Ewan ci insegna magistralmente ad accettarlo.
Mc Ewan ci aiuta a guardare con indulgenza e persino affetto, alle nostre fragilità, alle nostre sconfitte, al nostro essere un nonnulla dentro la Storia che avanza. Siamo e siamo stati quello che potevamo essere, niente di più e niente di meno. In fondo trovare il piccolo incastro per il suo corpo appesantito dagli anni nell’ordine della Storia e nel(la involuzione del) Pianeta è vedersi riconosciuto come un esito di una caduta quel dolore intercostale che la famiglia insisteva nell’attribuire invece a problemi di cuore; è il sentirsi dire, dal medico che lo visita, che davvero il tizio che tale caduta ha causato era uno “spaventoso prepotente” sin da ragazzo.
É farsi guidare, in preda a un momentaneo mancamento dovuto all’età, dalla mano amorevole della nipotina. L’amore mancato di Miriam, Alissa e a lungo di Daphne, si materializza in quello, puro e disinteressato, di figli, amici, nipoti.
Ogni vita è incompleta e imperfetta a modo proprio, e Mc Ewan ci insegna magistralmente ad accettarlo.
cristiana buttiglione
11 Ago 2023
Daphne è la parte razionale e ragionevole dei piani esistenziali, ma quando il protagonista se ne rende conto è troppo tardi, buona parte della vita l'ha sprecata rimuginando sul resto, ma è comunque quello che gli resta per scaldargli la vecchiaia.
Nel complesso libro commovente, scritto benissimo (il protagonista lo senti addosso) e in un certo senso universale, anche se il messaggio esistenziale, oserei dire, è banale, come lo siamo tutti noi comuni mortali.
Nel complesso libro commovente, scritto benissimo (il protagonista lo senti addosso) e in un certo senso universale, anche se il messaggio esistenziale, oserei dire, è banale, come lo siamo tutti noi comuni mortali.
cristiana buttiglione
11 Ago 2023
Ho finito Lezioni ieri sera e sono ancora in subbuglio per le reazioni contrastanti che provo. Sicuramente il libro ti prende, a tratti ricorda "Lettera a Berlino" che mi era piaciuto tantissimo, la piega da "giallo" iniziale con i sospetti su Roland per la sparizione della moglie viene però improvvisamente abbandonata, e il libro diventa la storia della vita di Roland, inframezzata da riflessioni sulla storia con la S maiuscola (guerra, dopoguerra, guerra fredda, thatcherismo, destra, sinistra, politica inglese, derive finanziarie di ex amici rampanti, ambientalismo, paura climatica, paura del covid) per diventare infine una riflessione tipicamente senile sulla vita, all'approssimarsi della morte che ci fa sparire tutti e che è poi la fine del mondo e della Storia per chi muore e non può vedere il "finale". Al netto dell'irritazione che Roland ha causato in me con la sua perenne passività di fronte alle sfide della vita, e il senso del grottesco nei due incontri "redde rationem" con le due donne amate/odiate (l'amante Miriam e la moglie Alissa), alla fine, come dice Mario, mi è sembrato un libro metaforico sulla vita, che riguarda ogni persona in vecchiaia di fronte ai propri ricordi, grandi o piccoli. Le tre donne, Miriam, Alissa e Daphne, sono tre aspetti simbolici della vita: Miriam rappresenta le iperboliche fantasie dell'adolescenza, l'assoluto nell'amicizia e nell'amore, che non riesci più a provare dopo; Alissa le ambizioni tradite e non realizzate, Daphne
Costanza
04 Ago 2023
Dopo una serie di libri insoddisfacenti, McEwan mi riporta al piacere assoluto della lettura. Nel toccare gli eventi più importanti dello scorso secolo, tratteggia i suoi personaggi con tutte le sfumature e la mutevolezza di cui l’umano è spettatore e protagonista, per arrivare in profondità nelle fragilità di molti. Mai scontato, ci racconta la magia e la banalità del quotidiano con un bambino piccolo, i viaggi (con i regali) “innocenti” a trovare gli amici nella Germania Est e le loro conseguenze, la desolazione nel constatare che le speranze e la gioia della massa di gente che a Berlino assisteva alla caduta del Muro è, oggi, coscienza di tutto ciò che non è accaduto: “Il disarmo mondiale poteva avere inizio”. Con poche parole ci permette di comprendere il ricorrente stato d’animo di molti, il nostro (il mio, almeno) in contesti disparati. “Forse, considerato lo spirito dei tempi, erano un’unica accolita di nuovi emarginati. Perché ora, in questo modesto angolo di mondo, erano i Peter Mount e quelli come lui a dominare (…) Eccoli lì, individui del 2018, persone competenti e aperte, le cui idee erano ormai morte e sepolte, le cui voci si erano spente a poco a poco fino a non lasciare quasi più traccia di sé”. Alla fine ci racconta anche come scrive un romanzo: ”Prendo a prestito. Invento. Saccheggio la mia vita. Prendo un po’ dove capita, modifico, faccio tornare le cose come mi pare.” Ho apprezzato moltissimo questo libro!
Irene
01 Ago 2023
Avevo tante aspettative sulla lettura di questo libro ma ne sono rimasta molto delusa...quando il troppo stroppia...mi trovo stranamente in accordo con l'unica recensione negativa di Parente .Ho letto con interesse e incuriosita, ma rassegnata come il protagonista Roland...non lo tengo sul comodino ...
Mario
16 Lug 2023
Ian McEwan non è un misogino. E', per essere precisi, un formidabile misantropo che indirizza il suo sarcasmo equamente verso maschi, femmine e persone non binarie.
E' vero, però, che i suoi ritratti femminili sono sempre più intensi degli altri, ed è forse per questo che in tutta la sua opera ricorre assiduamente la figura della Fulgida Stronza, cui è regolarmente affidato il compito di imprimere svolte drammatiche alla storia.
In Lezioni, le FS sono molte. Il romanzo è praticamente una versione del Libro di Giobbe in cui il personaggio di Dio è sostituito da un certo numero di donne manipolatrici, subdole ed egoiste che si incaricano di devastare l'esistenza del protagonista nei momenti cruciali della sua vita. Ci saranno numerosi riferimenti autobiografici nella storia, ma la domanda fondamentale è un'altra: perché Roland non incontra mai, ma proprio mai, una donna decente nella sua vita? (pesino Daphne, che alla fine si rivelerà un porto sicuro, lo molla e lo riprende secondo le proprie convenienze). Credo che la risposta possa essere legata alla nostra disponibilità a leggere il libro come un romanzo filosofico, una sorta di Candido a cavallo di due secoli. E se le FS della vita di Roland fossero una metafora della Vita che ci illude e della Storia che ci travolge?
E' vero, però, che i suoi ritratti femminili sono sempre più intensi degli altri, ed è forse per questo che in tutta la sua opera ricorre assiduamente la figura della Fulgida Stronza, cui è regolarmente affidato il compito di imprimere svolte drammatiche alla storia.
In Lezioni, le FS sono molte. Il romanzo è praticamente una versione del Libro di Giobbe in cui il personaggio di Dio è sostituito da un certo numero di donne manipolatrici, subdole ed egoiste che si incaricano di devastare l'esistenza del protagonista nei momenti cruciali della sua vita. Ci saranno numerosi riferimenti autobiografici nella storia, ma la domanda fondamentale è un'altra: perché Roland non incontra mai, ma proprio mai, una donna decente nella sua vita? (pesino Daphne, che alla fine si rivelerà un porto sicuro, lo molla e lo riprende secondo le proprie convenienze). Credo che la risposta possa essere legata alla nostra disponibilità a leggere il libro come un romanzo filosofico, una sorta di Candido a cavallo di due secoli. E se le FS della vita di Roland fossero una metafora della Vita che ci illude e della Storia che ci travolge?
Paola
22 Giu 2023
CONTINUA DA QUELLO SOTTO:
si veda la passeggiata notturna a Berlino la sera che le gru abbatterono il primo tratto del Muro….).
si veda la passeggiata notturna a Berlino la sera che le gru abbatterono il primo tratto del Muro….).
Paola
22 Giu 2023
McEwan al suo meglio, nel suo libro forse più personale: infatti nel protagonista Roland – uomo con tante, tantissime qualità, tutte irrealizzate, che attraversa i maggiori eventi storici della nostra epoca col passo svagato di un Forrest Gump - l’autore riversa chiaramente una consistente e delicata parte della sua biografia, come se, arrivato a 75 anni, avesse deciso che non è più tempo di riservatezza, ma di bilanci. Con grandissima tecnica narrativa, intrecciando abilmente eventi storici e vicende personali (in un modo che a tratti ricorda l’andamento e l’atmosfera di “Il Mago”), McEwan ci racconta l’evolvere di un trauma, subito da Roland nell’adolescenza ed in modo quasi inconsapevole, che nell’età adulta arriva a sabotare gravemente la sua sfera emotiva, rendendolo incapace di realizzare le sue potenzialità e, soprattutto, di instaurare relazioni affettive durature. Ma l’accidentato percorso esistenziale di Roland non è solipsistico, bensì fatto di incontri con personaggi, storici o di fantasia, quasi sempre indimenticabili (fra tutti, per quel che mi riguarda, gli eroici studenti dell’Università di Monaco facenti parte del gruppo della “Rosa Bianca”, di cui vergognosamente quasi nulla sapevo…), e di “attimi fuggenti ” in cui tutto accade, che costituiscono la “firma d’autore” di McEwan, la peculiarità inimitabile della sua narrativa (si veda la passeggiata notturna a Berlino la sera che le gru abbatterono il ...