Le vostre opinioni su LA SIGNORA DALLOWAY - gli scompaginati

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Le vostre opinioni su LA SIGNORA DALLOWAY

I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO
4.5 / 5
4 recensioni
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Mario
14 Feb 2022
Questo romanzo è un rebus, un puzzle, una mystery box da perderci la testa per aprirla. Chi è Clarissa Dalloway? Che cosa rappresenta la sua storia? Perché Woolf sceglie come protagonista questa ochetta viziata e stagionata? La risposta sembrerebbe a portata di mano, sol che si riuscissero a decodificare di numerosi indizi di cui è pieno il romanzo - gli abiti verdi delle donne affascinanti, i fiori comprati o fatti crescere con sapienza, un incongruo coltellino. Tuttavia, ogni volta che ci sembra di avere trovato la chiave giusta, la soluzione si dilegua come le lettere scritte da un aeroplano nel cielo. E alla fine restiamo con la sottile inquietudine che affiora nell'ultima parte del libro, mentre Clarissa presa dalla sua festa non riesce a scambiare una sola parola con le due persone a lei più care: restiamo con il dubbio che la vita sia tutto ciò che noi combiniamo invece di dedicarci alle cose importanti. Ed insomma, Clarissa siamo noi.
silvia bordo
06 Feb 2022
Primo incontro con Virginia Woolf, come per Jolanda.
Un’autrice che mi affascina e non riuscivo a leggere: avevo già provato più volte (con Gita al faro), ma non era mai il momento giusto.

Mrs.Dalloway è stata per me una chiave d’accesso: non tanto a un prezioso, sfaccettato mondo letterario -un’epoca, cent’anni fa, percorsa da eleganza, sperimentazione, rottura, tragedia, passione; raffinatezza, modernità e arcaismo, libertà e totalitarismo; e rinascita creativa, musicalità, utopia, crisi: quante risonanze di quegli anni Venti tra queste pagine.

Ma è molto di più: è un’esperienza vitale quella che ci viene consegnata.
Che intensità. “Che tuffo!”: la scrittura di V.W. cattura la qualità della vita stessa.
Sgrana il tempo, lo attraversa; moltiplica i punti di vista -fortuiti, fugaci; oppure ricorrenti, penetranti- e li ricompone in una tessitura.
Sguardi soggettivi aprono squarci su altri luoghi, tempi, mondi interiori; e l’autrice ne sovrappone i registri tra loro lontanissimi (leggerezza, malinconia, incanto, frivolezza, disperazione) a tutti offrendo diritto di cittadinanza. Mentre il ritmo delle ore, la mappa dei luoghi, marcano le coordinate di un contesto amato, celebrato, reale: Londra, una giornata di giugno.

La grande arte porta in sé la caratteristica della vitalità: leggi, rileggi; guardi, riguardi; riascolti. Ogni nuova lettura la rende attuale, fa nascere un’esperienza; genera q...
Costanza
02 Feb 2022
In questo romanzo c’è tutta la genialità e la raffinatezza di cui V.W. è capace. Le pagine scorrono fra pensieri ed emozioni così ben descritte, senza mai una parola di troppo. La sua capacità di esprimere in maniera esatta e sottile le sfumature delle relazioni umane e dei tormenti di ciascuno mi innamora. E poi il fatto che Clarissa esca dall’influenza spagnola “con la malattia i capelli le si erano quasi del tutto imbiancati” e che sia “appena entrata nel cinquantaduesimo anno” mi hanno fatto immedesimare tanto più nel personaggio rispetto alla prima volta che lo avevo letto. E’ stata una vera grazia questa lettura in questo momento. Grazie, dunque, a Silvia per averlo proposto e a tutti per averlo votato.
Iolanda
27 Gen 2022
Ammetto con un po’ di vergogna che “La signora Dalloway” è il mio primo Virginia Woolf….che dire? Non sono rimasta folgorata, ma sono contenta di averlo letto. La storia è inesistente e questo per me, che amo le trame anche complesse, sicuramente conta nella valutazione. Ma pensando che è stato scritto nel 1925 lo ritengo davvero un libro innovativo e gradevole: il flusso continuo di pensieri, situazioni, immagini, suoni, una Londra bellissima, lo snobismo e la frivolezza della borghesia inglese così ben descritti…tutto questo mi è piaciuto molto. Il flusso di coscienza è reso in modo piacevole, i pensieri sono espressi con delicatezza e si ha l’impressione di vedere con gli occhi dei personaggi. La prosa mi ha dato qualche problema all’inizio, ho comprato un’edizione che forse non era adeguata, capivo poco; poi ho scaricato l’edizione tradotta dalla Fusini e tutto è cambiato: un linguaggio che definirei luminoso come la giornata descritta, leggero come Clarissa e i suoi amici, poetico e profondo come le angosce di Septimus. Penso che Clarissa e Septimus siano complementari, che dietro la leggerezza e la frivolezza di lei ci sia in fondo il senso di inadeguatezza (forse la malattia mai veramente descritta?) di lui. Forse sono elementi della personalità stessa dell’autrice? E ancora: la bella e allegra Signora Dalloway e la brutta e triste Signora Kilman, due generi di donna contrapposti, forse due facce della stessa società inglese? Curiosa di sen...
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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