Le vostre opinioni su ILONA ARRIVA CON LA PIOGGIA - gli scompaginati

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Le vostre opinioni su ILONA ARRIVA CON LA PIOGGIA

I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO

Antonio S ce lo ha presentato così:


Lo scrittore nei panni del protagonista del libro, Maqroll il Gabbiere, un uomo di mare, racconta in prima persona le avventure, gli incontri e gli incidenti che gli succedono nel corso del libro ricordando anche frammenti del passato della sua vita tutti accompagnati da meditazioni specifiche sul loro significato nei confronti della realtà umana.

Mi piace evidenziare come tutto il testo, pur trattandosi di un racconto, sia impostato sulla personalità del Gabbiere che, proprio per il suo nome, vede lontano non solo fisicamente ma anche spiritualmente dal momento che quanto ha vissuto lo ha portato a formarsi una sorta di propria filosofia esistenziale permeata dai prodotti del caso e dalla propria sensualità. Maqroll è sempre in movimento alla ricerca di qualche cosa non ben definito.

La sua filosofia trapela sempre nel testo, nelle sue considerazioni, nelle sue descrizioni e nel descrivere i rapporti che ha con donne diverse tra loro ma sempre stimolanti (da ogni punto di vista).

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Clelia Tuscano
14 Gen 2021
Quello che mi è piaciuto del racconto è una sorta di percorso inverso: alla scena di apertura, reale, localizzata e chiara, in cui i personaggi si muovono in modo comprensibile, il seguito aggiunge circostanze che traslano la verosimiglianza in follia, in una deriva all’inizio impercettibile: credo di aver cercato abbastanza a lungo di ricondurre a una possibile esperienza reale le informazioni e sfumature che man mano vengono date, ma sono sempre più sghembe, e l’asticella si alza fino a costruire un finale che sbaraglia ogni tentativo di ricomposizione logica dei fatti.
Nei traffici a livello mondiale di cui si occupano i personaggi, traffici improbabili, malavitosi e innocenti, si annida l’unica nota umoristica o quanto meno leggera. Per il resto, Maqroll e Ilona, che sono personaggi accattivanti, vivono solo nel presente, sospesi e sottilmente inquieti, ma non sono sicura se l’angoscia di Larissa li travolga per la difficoltà a gestire un lato oscuro, o per la loro inconsistenza.
Sono d'accordo con Paola che la parte magica, che peraltro mi piace negli scrittori sudamericani, non si innesti fluidamente. La scrittura, nella prima parte, è acuta e rapida, il finale pesante e cupo.
Valeria
13 Gen 2021
Al netto della concentrazione intermittente che per è una tara costante della lettura di questi tempi, ho apprezzato questo libro. Mi hanno conquistato soprattutto le atmosfere, che Paola ha già elogiato con parole migliori di quelle che potrei usare io, e l'idea di queste esistenze sganciate da luoghi, convenzioni, obblighi, rapporti; libere, come dice Antonio D. Il finale, che altri hanno criticato, l'ho trovato invece in linea con il personaggio e l'atmosfera della storia: forse perché ho dato per scontato che dentro una vita così intrinsecamente e spontaneamente avventurosa ci potesse essere lo spazio anche per incontri, per così dire, sovrannaturali. In qualche modo intuisci poi che il personaggio è in evoluzione, che ha molte altre storie da raccontarci: e forse varrà la pena leggere gli altri due volumi della trilogia per sapere che altro gli capita....
Ad Antonio S chiederò stasera dove ha letto quelle meditazioni esistenziali che neanche io, come Paola, sono riuscita a rintracciare!
Paola
12 Gen 2021
Di questo libro ho apprezzato soprattutto le atmosfere della prima parte, personaggi avventurosi alla deriva sullo sfondo di scenari esotici di cui l’autore è capace di farti percepire i profumi, i colori, la temperatura torrida, le luci, atmosfere che anche a me, come ad Antonio, hanno ricordato le magnifiche storie di Corto Maltese create da Hugo Pratt, e per altro verso la sensualità’ romantica di grandi romanzi della letteratura sudamericana come “L’amore ai tempi del colera” o “La zia Julia e lo scribacchino”. Non ho invece trovato gli spunti filosofici e meditativi a cui faceva riferimento Antonio S. nella sua presentazione, né ho apprezzato la svolta “gotica” della seconda parte del romanzo, a mio avviso fastidiosamente dissonante rispetto alla prima, un cambio di registro dal sognante al cupo che suona forzato e non giustificato da un coerente sviluppo narrativo. Il giudizio è comunque positivo, felice di aver fatto conoscenza con l’autore!
Antonio
25 Dic 2020
In difesa del libro.
"Il gabbiere" era quello dell'equipaggio che stava sull'albero in alto a controllare le manovre delle vele e a scrutare l'orizzonte. Maqroll è un personaggio che guarda lontano e quindi prova sentimenti e esprime pensieri meno banali. Da qui il suo nome. Per il resto il libro ha un allure che mi ricorda molto le avventure di Corto Maltese. Fumetto/letteratura. A me la parte finale è piaciuta meno, l'ho trovata troppo d'effetto. Per il resto esprime bene un modo di vivere alla giornata senza preoccuparsi troppo del resto. Forse mi piace per questa sua libertà che invece io, intrappolato nel sistema, non ho. Volendo, secondo me, si possono trovare diversi spunti che altri libri non offrono. Sembra superficiale ma non lo è.
Mutis era amico di Marquez che lo apprezzava molto. Probabilmente nella sua scrittura si coglie la sua origine sudamericana.
Adriana
25 Dic 2020
Anche io ho apprezzato solo le ultime pagine ... non conoscevo Mutis. Forse il libro va letto insieme agli altri della quadrilogia, come ha detto Antonio. In alcuni momenti mi ha fatto pensare a G.G. Marquez. Potrebbe essere una buona occasione per rileggerlo, che ne dite?
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Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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