Ai fornelli con Molly
28.03.2021
Fragole, è arrivata la Primavera!
Auguste
Renoir (1841-191) – “Fraises” - 1905
E’ soprattutto grazie alla sua bontà,
al suo colore, alla sua forma e al suo intenso profumo che la fragola, fin
dalla storia, è la protagonista di leggende e opere poetiche.
Considerata dal punto di vista nutrizionale un frutto, non lo è sotto l’aspetto
botanico: i frutti veri e propri s’identificano nei cosiddetti
"acheni", ossia i semini gialli della superficie, e la parte del
"falso frutto" non è altro che il ricettacolo ingrossato di
un'infiorescenza.
Nell’antica
Roma veniva considerata afrodisiaca, e posta al centro della celebrazione in
onore di Adone, perché identificava le lacrime versata da Venere sulla sua
tomba.
Infatti la
leggenda narra che, quando Adone morì, Venere pianse copiose lacrime, che, una
volta a terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.
Questo frutto
durante il Medioevo, per forma e colore, cominciò ad essere chiamato “frutto
cuore”, in quanto cibo capace di placare le passioni d’amore.
Nel ‘600 le
fragole divennero la golosità prediletta di Shakespeare, che così le definiva;
“La fragola,
che cresce sotto l´ortica, rappresenta l´eccezione più bella alla regola,
poiché innocenza e fragranza sono i suoi nomi. Essa è cibo da fate”.
Una prima
rudimentale tecnica di coltivazione della pianta venne applicata proprio dai
giardinieri di Luigi
XIV , i quali
estirpavano dal bosco le varietà selvatiche per reimpiantarle nei giardini di
Versailles. L’applicazione di questo metodo rimase inalterata fino all'inizio
del Settecento, quando con l’arrivo di specie extra-europee si cominciò il
ciclo completo della coltivazione.
In particolare
se ne occupò Amédée Frézier, non un comune giardiniere, ma un genio
dall’intelletto raffinato e multiforme: spia, esploratore, cartografo,
architetto e ingegnere militare che aveva l’hobby della botanica. Curioso che
già il suo nome indicasse il suo destino: i Frézier, savoiardi di Chambery,
erano discendenti dei Frazer delle isole Britanniche, un componente dei quali
aveva offerto nel 916 d.C, un piatto di fragole di bosco all’allora re Carlo
III.
Frézier, inviato
di Luigi XIV, proprio durante una missione di spionaggio in Cile, prelevò
alcune piantine di fragola bianca e le portò con sé in Francia nel 1714, per
piantarle nei giardini reali.
Quasi un caso volle che, piantate accanto a piante di Fragaria proveniente
invece dalla Virginia, diedero vita ad un incrocio interessante, la Fragaria
Ananassa, dai frutti grandi e polposi: proprio una delle specie che consumiamo
oggi.
IL PAN BRIOCHE ALLE FRAGOLE
Questa è
una buonissima e profumata ricetta di pan brioche alle fragole, un po’ piu’
lunga da preparare rispetto alla mie solite ricette veloci, ma ne vale la pena!
Ingredienti:
125 gr. di
farina 00 o farina di farro
125 gr. di
farina manitoba
6 gr. di
lievito fresco o mezza bustina di quello secco (circa 4 gr.)
60 gr. di
latte
60 gr. di
acqua tiepida
5 cucchiai
colmi di zucchero
½ cucchiaino
di sale
2 cucchiai
rasi di olio di semi
1 uovo
Per il ripieno
marmellata di
fragole
Fragole
fresche
Per lo sciroppo
Succo e scorza
di un’arancia grande
Zucchero
semolato
30 ml di
Cointreau
Procedimento:
Intiepidite
appena, separatamente, il latte e l’acqua.
In una ciotola
(o sul piano di lavoro) versate la farina e il lievito se lo usate in polvere, altrimenti,
se usate quello fresco, lo fate prima sciogliere nel latte tiepido.
Quindi
aggiungete lo zucchero, l’olio e l’uovo leggermente sbattuti.
Aggiungete
quindi i liquidi, latte e acqua, e impastate il tutto, aggiungendo il sale per
ultimo, per una decina di minuti, fino ad ottenere un panetto morbido e liscio.
Mettete a
lievitare in forno (acceso a 20° C e poi spento) o anche sul calorifero, come
faccio io, per un paio d’ore.
Nel frattempo
tagliate a cubetti/fettine le fragole.
Riprendete il
panetto ormai lievitato e stendetelo su un foglio di carta da forno dandogli
una forma rettangolare.
Spalmate la marmellata lasciando i bordi liberi per almeno un centimetro, poi distribuite i cubetti di fragola.
Avvolgete l’
impasto stringendo bene e con un coltello tagliate il rotolo a metà, nel senso
lungo, lasciando un’estremità superiore intatta (fermatevi a 2/3 cm), quindi
intrecciate le due metà dell’impasto. Non è facilissimo perche’ la pasta è appicicosa
ma non preoccupatevi, poi gonfia ancora e si aggiusta.
Trasferite la
treccia in uno stampo da plumcake e lasciatelo lievitare per un’ora, fino al
raddoppio.
Infornate a
180° per circa 20/25 minuti e se tende a scurire troppo in superficie coprite
con un foglio di alluminio.
Mentre il pan
brioche cuoce preparate lo sciroppo.
Grattugiate la
scorza dell’ arancio e mettetela in un pentolino con il succo filtrato e pari
peso di zucchero. Portate a bollore, abbassate la fiamma e fate sobbollire fino
a che il liquido diventa un po’ piu’ spesso, aggiungete il Cointreau e quindi
spegnete e fate raffreddare.
Appena sfornato
il pan brioche, con una forchetta bucherellate la superficie nei punti di
intersezione dell’ intreccio e con un cucchiaio versatevi lo sciroppo e
ripetete l’operazione fino a finire lo sciroppo.
Questo è un
trucco che permette di avere delle aree particolarmente umide e profumate all’
interno!
21 Febbraio 2021
Un'insalata può essere considerata un'opera arte?
Foto Whitney
Museum of American Art, New York
L'artista Darren Bader, a New York, è tornato con una nuova mostra al
Whitney Museum of American
Art chiamata Fruits, Vegetables; Fruit and Vegetable
Salad.
Gli spettatori
della mostra, dopo aver preso un ascensore fino all'ottavo piano del Whitney
Museum of American Art, trovano un'ampia gamma di frutta e verdura esposta
come piccole sculture su piedistalli.
Per diverse volte a
settimana, il personale della galleria raccoglie frutta e verdura e la
trasforma in un'insalata. Il lavaggio, lo sminuzzamento e il taglio a cubetti
vengono filmati, e il film viene proiettato sulla parete della galleria,
l'insalata viene servita agli spettatori e l'intero processo viene ripetuto.
Al momento il
cibo è un argomento caldo nel mondo dell'arte e, nel momento in cui il cibo
futuro e la sua produzione diventano sempre più centrali nella nostra vita
quotidiana, lo vedremo sempre più diventare un focus di espressione degli artisti.
L'artista Maurizio Cattelan ha fatto parlare molto di sé alla fiera Art Basel alla fine dello scorso anno, quando la
sua Banana è stata venduta inizialmente per 120.000
dollari e poi mangiata da un performer, perché, ha dichiarato, era
"affamato".
Bader, da
parte sua, sta mettendo in atto una riflessione sul ruolo che il cibo svolge
nella nostra vita, nonché sulla nostra attuale fascinazione per
l'intrattenimento alimentare e forse, ancora più importante, ci sfida a pensare
diversamente a cosa può essere l'arte e come le gallerie possono esibirla.
Frutta,
verdura; Insalata di frutta e verdura è stata di scena al Whitney Museum of American Art fino al 17
febbraio.
LA PIZZA DI SCAROLE NAPOLETANA
E allora
parliamo di scarola! Questa sì che è un'opera d'arte, ve l'assicuro.
Una
buonissima, speciale , pizza di scarola, ricetta napoletana, che ho adocchiato da
tempo ma solo da poco provato con grande soddisfazione! Il sapore agrodolce
dovuto all’uvetta ed ai pinoli tostati è veramente goloso.
La ricetta
vera è fatta con la pasta della pizza con lievito di birra e lunga
lievitazione, ma questa alternativa con lievito in polvere istantaneo è
altrettanto valida e molto, ma molto piu’ veloce!
Ingredienti:
Per la pasta
- 500 g
di farina di farro (oppure 250 gr. farina 1 e 250 gr. farina di
farro)
- 2 cucchiaini
di lievito istantaneo per torte salate Pizzaiolo
- 2 cucchiaino
raso di sale
- 1 cucchiaino
di zucchero
- 200 ml
di acqua
- 100 ml
di latte o pari dose di acqua
- 2 cucchiaio
di olio extra vergine di oliva
Per il Ripieno
- 2 cespi
grandi di scarola liscia circa 1 Kg 500g
- 5 cucchiai
di olio extra vergine di oliva
- 180 g olive
nere di Gaeta più un pugno di quelle verdi
- 1 cucchiaio
di capperi
- 2 spicchi
di aglio
- 2 cucchiai
di pinoli tostati (15 g)
- 1 cucchiaio uva
sultanina
- Sale
Procedimento:
Per prima cosa preparate la
scarola.
Pulite la scarola eliminando le foglie esterne più dure, lavatela,
asciugatela bene.
E’
fondamentale la buona cottura della scarola, che non deve essere bollita ma
solo saltata in padella.
In una padella
capiente fate soffriggere leggermente l’olio con l’aglio in camicia. Aggiungete
le olive denocciolate, capperi sciacquati, pinoli tostati, e l’uvetta e fate
insaporire per 1 minuto. Eliminate l'aglio ed unite la scarola, fatela
appassire e portate a cottura, aggiustate di sale, togliete dal fuoco e fate
raffreddare.
Quindi preparate la pasta.
In
una terrina unite la farina, il lievito, il sale e lo zucchero. Aggiungete
l’acqua, il latte, l’olio e mescolate fino ad ottenere un panetto ben
amalgamato.
Trasferite
l’impasto su di un piano di lavoro legermente infarinato, dividetelo in due
parti, di cui una leggermente più grande dell’altra. Stendete le due sfoglie in
modo sottile.
Oliate o
imburrate una teglia 30x22 cm. Mettete l'impasto più grande sulla base, farcite
con la scarola.
Coprite con
l'altro impasto, piegate i bordi verso l'interno sigillando bene con i rebbi di
una forchetta e bucherellate la superfecie. Spennellate con poco olio e fate
cuocere in forno preriscaldato a 180° (statico) per circa 30-35 minuti fino a
quando è bella dorata e cotta. Sformate coprire con un panno di cotone, fate
riposare 15 minuti e poi servite. E' ottima anche fredda.
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Grazie per le tue ricette. Sono semplici buone raffinate. Insomma praticamente perfette.
Peccato che la colomba sia arrivata oggi altrimenti mi sarei cimentata con grande gioia. Anche le foto 10 e lode